"Il nostro viaggio tremendo è terminato" scriveva Walt Whitman nei celebri versi dedicati all'assassinio del presidente Lincoln e che diventeranno un'icona cinematografica grazie alla strepitosa interpretazione di Robin Williams ne "L'attimo fuggente".

E' terminato anche il viaggio di Gimena Blanco con la casacca della Ternana Futsal, ma l'addio dell'ex capitano delle Ferelle non è stato altrettanto poetico e commovente. Anzi.

Non un saluto alla squadra. Non una spiegazione in quello spogliatoio dove, essendo capitano, doveva anche essere leader e non solo dei conti in banca delle giocatrici. Sì perchè alla base del clamoroso divorzio alla vigilia della Supercoppa (il 26 con il Real Statte) c'è, ovviamente, il vil denaro.

Avviso ai lettori. Nel presente articolo non sono espressi concetti del tipo "il calcio è business e un lavoratore ha diritto di scegliere la sistemazione più remunerativa"...

Il retroscena. All'inizio di questa stagione Gimena Blanco accetta la proposta di una riduzione dell'ingaggio che resta comunque il più alto della squadra. Dai 50.000 euro della scorsa stagione accetta di scendere a 37.000, ma ne chiede 7.000 di anticipo. Le parti firmano un pre-contratto in attesa del contratto ufficiale che Gimena avrebbe dovuto firmare domani, dopo vari rinvii accampati (pare) per motivi di salute. La Blanco domani non firmerà niente perchè dopo aver chiesto, ottenuto e incassato l'anticipo, dopo l'amichevole con l'Olympus fa fagotto e se ne va a bordo di una macchina che è venuta a prenderla per portarla a Fiano Romano, dove è in programma un quadrangolare di quella che sarà la sua nuova squadra, l'Isolotto Firenze.

Il putiferio sul web. La notizia ci mette pochissimo a circolare. La Blanco accusa la società di non aver ricevuto tutti gli emolumenti della passata stagione. Le fa eco inizialmente anche Katalin Uveges, Ferella ungherese nella passata stagione, che però subito dopo ritratta e spiega di non aver scritto lei il messaggio. Il mistero si infittisce mentre alcune ex compagne della Blanco, sentitesi tradite dalla loro ex capitana, si sfogano sui social e i tifosi, inferociti, parlano di "tradimento" e accusano la giocatrice argentina di essere una "mercenaria". La società del presidente Basile, verosimilmente, avvierà un'azione legale nei confronti della Blanco per tutelare la propria immagine a seguito delle illazioni nate dalle sue esternazioni.

E mentre c'è chi è rimasto a Terni rifiutando allettanti proposte venute da Rieti (Neka) o chi ha aspettato pazientemente l'offerta di rinnovo pur di rimanere e rifiutando altre destinazioni (Pascual) c'è chi per qualche migliaio di euro in più butta nel cestino la propria immagine stampata sulle maglie celebrative del primo, storico, scudetto vinto da una squadra ternana.

Il calcio è business e i lavoratori hanno diritto di scegliere. Ma il calcio è anche esempio, è passione, appartenenza e anche responsabilità. E' il gioco più bello del mondo, che storie come questa rischiano di macchiare.

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