Mai come in questi ultimi giorni si era parlato e si parla del Pisa, calcisticamente, a Terni. La situazione societaria, il rinvio della gara della prima giornata, fino alla decisione della data per il recupero del match tra rossoverdi e toscani previsto per mercoledì sera. Ovviamente si è parlato e si parla di Rino Gattuso, tornato a guidare la formazione neroazzurra. Di Gattuso in panchina il racconto dell'Agente FIFA, ternano, Gianluca Marini.

Quando ha conosciuto il Gattuso versione allenatore?

"La mia esperienza con Rino allenatore inizia quando, nel luglio 2014, il presidente dell’Ofi Creta mi chiamò per dirmi di portargli Gattuso come coach. Io non lo conoscevo personalmente, ma trovai il suo numero e lo chiamai. Il suo telefono era spento ma, anche se lui aveva il mio numero e non sapeva chi fossi, mi richiamò dopo 10 minuti. Ecco, questo per farvi capire subito che persona è Rino, rispetto ad altri fenomeni che girano…"

E quindi è iniziata l'avventura in Grecia. Come è andata?

È difficile esprimere in due parole come sia andata. Io credo che per Rino e tutto il suo staff sia stata una esperienza incredibile ed altamente significativa. Quando tu vieni dal Mondiale, dal Milan campione di tutto, da una organizzazione perfetta sotto ogni punto di vista, e ti ritrovi a dover smontare e spostare da una stanza all’altra (letteralmente) un televisore per organizzare la sessione video degli allenamenti, vuol dire solamente che tu il calcio lo hai dentro, è la tua vita. L’80% dei suoi colleghi avrebbe ripreso l’aereo dopo un giorno, ma lui è andato avanti ottenendo anche dei risultati straordinari, come vincere in casa del Panathinaikos per la prima volta dopo 25 anni. Sappiamo tutti che mollare non è nel suo DNA".

Quindi non ci sono grandi differenze tra Gattuso calciatore e Gattuso allenatore?

"No. Il Gattuso allenatore è umile, testardo, cattivo agonisticamente, condottiero, esattamente come lo era da calciatore. Spesso nella vita tendiamo ad abusare degli stereotipi, ma nel caso di Rino l’essersi fatto da solo è una cosa che lo ha marchiato per sempre. Pochi sanno che lui è anche un imprenditore vero, ed io personalmente l’ho sentito curare anche alle 2 di notte i suoi affari, dopo una giornata di stress sul campo, dalla Grecia. Però Rino rimane sempre umile, ed è anche quello che, dopo avermi guardato per 5 minuti sbucciare una mela a cena, me l’ha strappata dalle mani perché, secondo lui, era impossibile che a 40 anni non avessi ancora imparato a sbucciare una mela”.

Il suo rapporto con i calciatori?

"A Creta, gli ho visto fare cose per i calciatori che nessuno, nessun altro al mondo avrebbe fatto. Lui è un duro, e magari al chiuso degli spogliatoi ti mangia vivo, ma fuori, davanti ai giornalisti, ai tifosi, guai chi gli tocca uno dei suoi giocatori. Dopo una gara vinta in casa, l’ho visto andare in mezzo ai tifosi dell’Ofi, gente che avevi paura anche solo a guardarla in faccia, prenderli uno per uno e portarli dentro gli spogliatoi per fargli chiedere scusa ai giocatori che in settimana avevano contestato. È chiaro quindi perché se tu sei un giocatore di Gattuso, per lui sei pronto anche a morire in campo".

Il suo credo tattico?

"Tendenzialmente è sempre orientato all’equilibrio tra i reparti. È sempre molto attento nella fase di non possesso e cura ogni aspetto della gara in maniera maniacale. Le sue squadre privilegiano sempre il gioco sulle fasce e gli piace avere sempre i laterali di difesa che siano anche bravi palleggiatori. Spesso passa dalla difesa a 4 a quella a 3 ed anche in questo è molto umile. Chi lo segue sa che è uno di quegli allenatori che, in caso di necessità, non ha problemi nell’adattare il modulo ai giocatori che ha. Lo scorso anno ha vinto un campionato segnando relativamente poco, ma ha sempre rischiato pochissimo".

I suoi metodi, il suo staff?

"Io ho conosciuto lo staff di Creta, e parliamo di extraterrestri. Da una vecchia conoscenza del calcio ternano, Gigi Riccio, suo inseparabile amico e braccio destro, a Paolo Beruatto, Gaetano Petrelli e così via. Ora chiaramente ripartendo dalla Lega Pro lo scorso anno è rimasto solo Gigi di quelli che conosco io, ma conoscendo Rino sono sicuro che parliamo di tutti personaggi di altissima levatura. Per i metodi, non c’è bisogno di inventarsi nulla: lavoro, lavoro e lavoro, sul campo e fuori. Di sicuro Rino ama molto utilizzare anche le novità tecnologiche in allenamento".

Cosa rischia di più affrontandolo, la Ternana mercoledì sera?

"La Ternana vista sabato rischia moltissimo. Se guardiamo le rose, è chiaro che la differenza è nulla, se non addirittura a favore della Ternana. Ma qui non stiamo giocando alla Playstation e ci sono molti fattori che ormai, nel calcio moderno, influenzano l’andamento di una gara molto più del semplice valore tecnico degli 11 in campo. Il Pisa vola sulle ali di una serie di eventi positivi: ha appena avuto la svolta societaria che voleva, è tornato un entusiasmo incredibile, tifosi che sono in estasi dopo la grande vittoria di ieri sera. Ed ha un condottiero che in pochi hanno. La Ternana è moscia, ancora in cerca di una identità, con un modulo che, a mio parere, non è assolutamente adatto ai giocatori in rosa, e viene da una sconfitta che, al di là dei numeri, è stata pesantissima nel gioco espresso. Poi chiaro, se i tifosi ternani erano comunque moderatamente tristi della sconfitta perché, contemporaneamente, il Perugia perdeva al 93esimo, oppure si fa passare come unico responsabile della sconfitta Masi che non giocava una gara da 7 mesi, allora credo proprio che più che del Pisa bisognerebbe preoccuparsi dell’intera stagione".

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