Lotta a due, come previsto, successo e record della corsa per il veneto Denny Zardo, veramente impressionante per la facilità con la quale si è subito adattato ad un percorso nuovo per lui e per il modo in cui lo ha aggredito. Circa sedici, i secondi di differenza, tolti dall’esperto driver di Arcade, tra la prima salita del sabato, nelle prove ufficiali e quella, pressoché perfetta, in gara 1. Michele Fattorini esce a testa alta dal confronto con un avversario più esperto, il cui curriculum si commenta da solo. Reduce dalla disavventura motoristica della domenica precedente, ha trovato la macchina pronta, ma tutta da verificare, soltanto nella serata del venerdì. Nonostante ciò, anche la sua progressione è stata eccellente, con i tempi di gara 1 e 2 in fotocopia, diversi solo per 1/100”. Dimostrazione, di come il fortissimo driver orvietano, abbia compiuto due percorsi senza sbavature. Altra importante considerazione quella che emerge dalla comparazione fra i riscontri cronometrici tra l’edizione 2015, appannaggio di Michele, e quella odierna, dove è riuscito solo a sfiorare, senza migliorarlo, il miglior tempo di manche dell’anno scorso. Appare, quindi, giustificato il disappunto del maestro, Fabrizio Fattorini, per l’erogazione, non ottimale, dei CV, da parte del propulsore revisionato, in tutta fretta, durante la settimana. Questo, senza voler togliere nulla a quanto fatto da Denny Zardo, in particolare nel secondo settore di gara 1.
GLI ALTRI PILOTI ORVIETANI: Della nutrita schiera di piloti orvietani presenti, tocca a una buona fetta il gusto del podio. Luca Giovannoni entra nella top ten col decimo tempo assoluto, con due salite maiuscole per pulizia nella guida e giusto temperamento. Aveva intenzione di misurarsi con se stesso: esame superato a pieni voti. Può dire altrettanto Daniele Pelorosso, la cui prova è stata impeccabile. La macchina non lo ha tradito,i tempi in evoluzione costante, record personale, con un tempo di 3” inferiore a quello dell’anno scorso. Abbastanza per continuare a cullare il sogno di provarci con un prototipo da assoluto. Filippo Ferretti, che lo segue nella classifica generale, ha confermato che la stoffa c’è, salendo sempre con la massima disinvoltura, calibrando le performance anche in funzione dei pneumatici a disposizione. Ha 18 anni e tanto tempo a disposizione per ambire a diventare un numero uno. Bravissimo Marco Passero, il veterano. Quella del 2016 è stata la sua ventunesima presenza sui tornanti di S. Giorgio. Record, onorato egregiamente con la Radical 4. La simpatica sfida tra i due omonimi, Luca e Mattia Chioccia, con vetture di gruppo diverso, si è risolta a favore del primo. Da Mattia, all’esordio, arrivano, comunque, segnali incoraggianti. Michele Mocetti potrà vantarsi per aver corso una super castellana. Nel gruppo N 1400, c’erano competitor in grado di impensierirlo. Da papà Massimo (assente perché impegnato in una corsa delle due ruote all’autodromo di Magione), ha in dote meticolosità e precisione. Sbaglia poco o nulla e arrivano i risultati. Gabriele Baldassarri, nella stessa classe, ha perso terreno nel secondo intermedio, piazzandosi buon terzo. Stefano Spagnoli, comandante della Polizia Stradale di Orvieto, nonostante un’Alfa 156 un po’ recalcitrante, ha regolato la concorrenza nel gruppo E1, classe 2000. Altro esordiente, pure lui giovanissimo, Valentino Polegri da Canale d’Orvieto. Ha messo in pratica tutto ciò che è scritto nel manuale del perfetto esordiente e la coppa(e) sono pienamente meritate. Potremmo anche sbagliarci, ma il motore della 500 di Giulia Gallinella concedeva un po’ troppo ai diretti avversari. La ragazza guida bene, è di casa, merita altre chance, come Enrico Pascucci, alla prima corsa, visto, però, commettere qualche errore di troppo. Nota a parte per i due medici in prima linea del motorismo orvietano. Massimo Vezzosi, alla prima apparizione stagionale, ha spinto e instradato, come solito fare, la bellissima, BMW 2002 Schnitzer, conquistando il terzo posto assoluto nella gara per vetture storiche. Andrea Bonifazi, appassionato da sempre, stavolta ha voluto provare. Quanto fatto non ha certo deluso le attese. Lo rivedremo. Gagliardi e tosti, Andrea Tei e Luciano Posti. Le loro storiche vanno e incoraggiano le assidue attenzioni personali dedicate dai piloti. La 1100 Ala d’oro di Tonino Camilli fa spettacolo da sola. Il motore è perfetto, il pilota si diverte. Meno fortunati, Trippini, Coscia, Spaccino, fermati da vari inconvenienti.

IL PUBBLICO: Numerosissimo e composto. Moltissimi i giovani, come non si era mai visto. Un bene prezioso, da custodire gelosamente, anche per assicurare il futuro della manifestazione.

Foto di Mauro Formiconi

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