Un'intervista doppia, stile Iene, alla schermitrice ternana Elisa Vardaro, recente secondo posto alla prova di Coppa del Mondo a Cancun, in Messico, e Savino Tupputi, mental coach che da anni segue le migliori atlete del territorio ternano. Oggetto della chiacchierata, l'importanza dell'aspetto mentale nell'approccio alla competizione sportiva e nella preparazione di un atleta ormai di caratura internazionale come Elisa Vardaro.

ELISA – Cosa ti ha spinto ad allenarti sull’aspetto mentale con un mental coach?

Venivo da diversi anni caratterizzati da molte delusioni, pochi risultati e aspettative disattese. Mi sentivo disillusa e anche un po' impotente in questa situazione. Ne avevo provate tante per risalire la china, ma nonostante tutto ero finita ai margini della ribalta nazionale trovandomi al numero 18 del ranking italiano. Tra l'altro questa posizione mi impediva di partecipare alle tappe di Coppa del Mondo. Di conseguenza avevo poche occasioni per mettermi in mostra e tirare con le atlete più forti. Potendo fare poche competizioni, sentivo che mi mancava il ritmo gara e che il gap con le altre sarebbe stato incolmabile se non avevo l'opportunità di confrontarmi con loro. Poi, la tenacia e la caparbietà che mi contraddistinguono non mi hanno fatto mollare e ho cercato il modo per migliorare questa situazione. Conoscevo la figura del mental coach, anche tramite miei colleghi che facevano già un allenamento mentale. Così ho pensato che potesse aiutarmi e ho conosciuto Savino Tupputi. Con lui mi sono subito trovata bene, sia a livello personale che professionale. Ho immediatamente intuito la sua grande preparazione e dedizione per questo lavoro di mental coaching.

SAVINO - Quando Elisa è arrivata da te, come l'hai trovata?

Mi sono subito reso conto che lei, prima di lavorare sull'aspetto sportivo e della prestazione, aveva bisogno di lavorare su di sé. Ricordo ancora una delle sue prime frasi quando ci siamo visti la prima volta: "Sono dentro un tunnel e non vedo la luce alla fine di questo tunnel." Fondamentalmente Elisa aveva il suo focus su ciò che non stava funzionando. In quel momento, stava dimenticando ciò che di buono aveva fatto in passato e che l'aveva portata tra le fila del Gruppo Sportivo dell'Aeronautica. E, soprattutto, aveva dimenticato i successi. E che successi! Era stata Campionessa Italiana Under 23 nel 2009 e nello stesso anno Medaglia d'Argento ai Mondiali di categoria ad Acireale. Spostando la sua attenzione su quanto di buono aveva fatto fino a quel momento e lavorando sullo sviluppo dei suoi punti forza, ha recuperato le belle sensazioni di un tempo e il piacere di fare scherma. Lei è sempre stata una professionista, ma aveva bisogno di recuperare le motivazioni, la passione e il divertimento di essere in pedana.

ELISA - Su cosa avete lavorato inizialmente?

La mancanza di risultati mi aveva reso insicura e sfiduciata. Poi, lavorando con le tecniche del mental training ho capito che la sicurezza e la tranquillità potevo e dovevo portarmele da casa invece di cercarle nei primi punti dell'assalto. Spesso, questo mi faceva entrare in ritardo nel ritmo dell'assalto, così perdevo facilmente e velocemente i primi punti e poi facevo fatica a recuperare. Abbiamo lavorato sulle mie convinzioni e ho imparato quanto sia importante credere in se stessi e nei propri mezzi. Questo è stato uno dei punti di svolta per me. In effetti, nel corso di una gara mi sono resa conto di una cosa che ha cambiato il mio modo di pensare e ho capito una cosa: quando voglio davvero toccare l'avversaria per mettere il punto, tocco. Più che sui risultati ci siamo concentrati sulla performance e sulla gestione degli aspetti emotivi della prestazione. È stato fondamentale saper gestire i miei stati d'animo prima e durante le competizioni.

SAVINO - Su cos'altro vi siete concentrati?

Abbiamo lavorato anche sulla sua capacità di programmare gli impegni. Prima si organizzava nel breve termine, poi abbiamo dato un senso più ampio al suo programma. Tra allenamenti tecnici, sedute atletiche e trasferte tendeva a perdere la visione più ampia che guardava agli obiettivi stagionali. Per questo è stato utilissimo il lavoro di equipe che abbiamo impostato con il maestro Filippo Romagnoli e la preparatrice atletica Matilde Guarnero.

ELISA - Quali obiettivi ti sei prefissata di raggiungere?

Prima, dopo tante delusioni, andavo alle gare senza aspettative, perché crearmele mi generava tensione e stress. Poi, lavorando sugli obiettivi e tornando a sognare, ho capito quanto sia giusto e utile per me pormi degli obiettivi stagionali e di gara in gara.

ELISA - Quali risultati hai ottenuto allenandoti anche mentalmente?

Ho iniziato a lavorare con Savino circa un anno fa, nella passata stagione sportiva a settembre 2015. I primi buoni risultati si sono visti subito. Nella prima tappa di qualificazione ai Campionati Italiani, mi sono piazzata 11esima, battuta dalla pluriolimpionica Valentina Vezzali solo all'ultimo punto. Poi, 15esima in Coppa del Mondo a Torino, dove ho iniziato a capire davvero le mie potenzialità. Ho battuto alcune atlete molto forti e questo mi ha dato una grossa fiducia e carica agonistica. È arrivata anche la prima convocazione in Nazionale per la tappa di Coppa del Mondo ad Algeri. Questo mi ha permesso di partecipare a tutti i raduni della Nazionale e di allenarmi con le più forti. Da allora ho partecipato a tutte le altre tappe della Coppa del Mondo. Nello scorso giugno mi sono classificata al quinto posto nei Campionati Italiani Assoluti, battuta solo dalla campionessa Elisa Di Francisca. Al di là di questi primi ottimi risultati, quello di cui sono stata più contenta e fiera di me, è stato il ritrovare la fiducia in me stessa e la sicurezza nei miei mezzi. Questo ha contribuito a rendermi molto più concentrata durante gli assalti e ad essere molto efficace in pedana. A settembre, la nuova stagione è ripresa così come avevo concluso quella precedente, con un piazzamento nelle prime 8 nella prima tappa di qualificazione agli Italiani. E poi il risultato che premia il nostro lavoro e su cui stavamo lavorando con Savino. La medaglia d'argento in Coppa del Mondo di fioretto in Messico, a Cancun. Medaglia che dedico a chi ha sempre creduto in me, anche quando sulla carta non ne aveva grosse ragioni. Inizialmente ho faticato a realizzare ciò che avevo fatto. Ora mi rendo conto di aver ottenuto quello che, da qualche mese, io credevo di valere.

SAVINO – Cosa ha contribuito a questo medaglia d’argento in Coppa del Mondo? E cosa significa questo traguardo?

E’ stata una bellissima gara quella di Elisa. L’ha preparata con grande impegno e l’ha approcciata con la necessaria sicurezza nei suoi mezzi. E’ stata in grado di vivere l’evento con la giusta dose di carica agonistica riuscendo anche a divertirsi. Ovviamente la sua felicità è tanta per il notevole risultato raggiunto e per l’acquisita consapevolezza di essere nell’élite della scherma. Elisa è un atleta molto talentuosa, determinata e con tanta voglia di affermarsi. Sicuramente, proseguendo su questa strada e lavorando ancora duramente, riuscirà a raggiungere altri risultati di prestigio e grandi soddisfazioni.

ELISA - Ora, sei diventata l'atleta numero 9 nel ranking italiano e 28 in quello internazionale. Dove vuoi arrivare?

Dopo questo podio mi sento ancora più entusiasta, più affamata e più ambiziosa. L'obiettivo stagionale è già parzialmente raggiunto e affronterò gara per gara le numerose opportunità che si presenteranno per potermi confermare a questi livelli. I sogni a volte si avverano e spesso la realtà è ancor meglio dei sogni. E come mi piace pensare, il meglio deve ancora venire.

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