Quello che va a concludersi è il quarto anno con l’Orvietana nel campionato di Promozione. Tant’è, che si va facendo strada il dubbio circa un’eccessiva applicazione del pensiero del barone De Coubertin, inventore delle Olimpiadi moderne. Il quale ebbe a pronunciare la celebre frase: “Nello sport è importante partecipare, non vincere”.

Giriamo la questione al presidente Roberto Biagioli, pronto, come solito, a pronunciarsi sul bilancio di fine anno:” Come spesso ripeto, questi detrattori – lo dice sorridendo – un po’ di ragione ce l’hanno. Sono tre stagioni che l’asticella cade per un soffio e ci dobbiamo accontentare di una posizione di rincalzo. La gente ricorda chi vince. Il secondo posto o play off che sia, non lascia il segno. Speriamo vada meglio quest’anno”.
Come vede l’attuale campionato:
“Premesso che vincere non è mai facile, stiamo combattendo con il Cannara, squadra ottima e costruita per vincere. Siamo sotto di quattro punti, perché c’è stata qualche incertezza di troppo. Pesa parecchio la sconfitta col Nocera, alla seconda giornata, di cui paghiamo ancora le conseguenze. E anche in seguito abbiamo sofferto per qualche alto e basso oltre la misura. Ciò nonostante continuo a restare fiducioso, perché noto che i problemi, prima o poi, arrivano anche per gli altri. Con l’anno nuovo recupereremo due giocatori importanti, quali Nuccioni e Serafini. In più sono arrivati Viviani e Donati, già impiegati. Con l’organico al completo potremo provare a dire la nostra, contando anche su un rallentamento da parte dell’attuale capolista. Discorso, questo, che magari staranno facendo anche da altre parti, perché, al mercatino di Dicembre tutti o quasi hanno fatto un po’ di spesa. E anche venduto. Come l’Orvietana, pronta a fare a meno di tre giocatori facenti parte della prima rosa”.
Presidente, lei è considerato un combattente di razza,, suo figlio primogenito è praticante e maestro di kick boxing. Caratteri forti, che vivono, in che modo, tale situazione:
“Diciamo che, anche per quanto la Società mette a disposizione, penso esistano le condizioni per il salto. Arrivare sempre ad un passo, può diventare noioso. Essendo nulle o quasi le differenze tra classificarsi secondo o arrivare, ad esempio, ottavi, potremmo anche prendere in considerazione l’idea di ridurre il budget”.
Il concetto è chiaro e da esso traspare il desiderio, grosso, del Presidente, di vincere questa benedetta Promozione. Esistono anche e soprattutto altre belle realtà, migliorate nel corso degli anni e oggi vanto dell’Orvietana. Il ritorno a Orvieto e il passaggio alla prima squadra di tanti giovani del posto, come non accadeva da parecchio:
“Sotto questo aspetto sono più che soddisfatto. La rosa è formata per due terzi da orvietani e ciò ci riempie d’orgoglio. Oggi le voci corrono veloci e il fatto di ricevere complimenti, ogni domenica, anche da dirigenti nostri avversari, convince di più che siamo sulla strada giusta. Abbiamo riconquistato la fiducia di tanti genitori i cui figlioli sono tesserati per il settore giovanile. Si è creato un bel clima, partecipe e costruttivo, un vero patrimonio da non disperdere. Anzi, dobbiamo cercare e trovare le forme per crescere ancora, lavorando meglio. Abbiamo capito che è anche questione di risorse. A chi, oggi, lavora nel nostro s.g. va tutta la nostra stima. Ma sappiamo di dover fare di più. Vedi, a Orvieto, gli impianti che possiamo utilizzare sono oltre la media, per dimensioni e funzionalità. Però, vanno riconsiderati nell’ottica di una funzionalità più aderente alle esigenze della gente e di una Società sportiva. Lo stadio deve diventare un punto d’incontro, non solo per chi pratica lo sport, ma anche per tutto il contorno, genitori, nonni, amici, amiche ecc., dove trovare qualcosa di piacevole o comunque di utile”.
Qui, Presidente, penso ritorni in ballo la famosa convenzione col Comune, della quale parliamo da anni, senza vederne la ratifica. Un po’, come la famosa legge elettorale. Anche qui sono in campo scuole di pensiero diverso?:
“Parliamo di sport, di qualcosa che porta solo benefici a piccoli e grandi, si deve trovare un punto d’incontro. Dal nostro punto di vista, apprezziamo l’impegno dell’Amministrazione comunale in un periodo di vacche magre. Ci farebbe piacere, però, un coinvolgimento maggiore nel problema da parte degli addetti. Quando si parla, specialmente, di problematiche riguardanti le nuove generazioni. Limitarsi al puro e secco pensiero matematico non basta. Io, considero l’attività di una società di calcio, simile al ruolo di uno scuolabus. Soltanto quando, questo mezzo subisce un guasto, se ne avverte l’importanza, per le implicazioni che comporta. Succede la stessa cosa, quando una società sportiva arriva a chiudere i battenti. Non vogliamo arrivare a tanto, ma riteniamo necessario affrontare la questione con un approccio diverso”.
Torniamo all’attualità. L’anno scorso, di questo periodo, compilò le pagelle di fine anno. Per non ripeterci, si limiti alle due estreme, ciò che l’ha più soddisfatto e, invece, da cosa si sarebbe aspettato di più:
“Allora. Metto senz’altro il segno più sulla gestione dello spogliatoio. Il clima è completamente differente, non ci sono prime donne, sono tenuti tutti nella stessa considerazione, i più giovani sono perfettamente integrati e vivono benissimo quest’avventura. Altro segno positivo per il nostro fuoriquota, Raffaele Cotigni. Ha giocato tutte le partite, sta crescendo, dopo aver costruito tutta la sua storia nel nostro settore giovanile.
Sull’altro ambito, avrei fatto volentieri a meno dei cali di tensione che hanno condizionato qualche risultato e degli altri che hanno fatto capolino anche in altre partite, dalle quali siamo usciti vittoriosi. Probabilmente c’è mancata un po’ di cattiveria agonistica, quella con la quale non si permette all’avversario di recuperare due reti di svantaggio o di chiudere le partite al momento opportuno. E’ vero che, non siamo cattivi per natura e i premi lo dimostrano, ma avrei preferito un riconoscimento in meno e qualche punto in più. Non sono neanche contento della distribuzione dei calci di rigore. L’Orvietana ne ha subiti sette, la maggior parte dei quali per falli di mano, molto dubbi. In un girone, dove i valori mi sembrano più livellati rispetto al passato, pali e penalty finiscono per avere la loro importanza. Mi aspetto molto dal girone di ritorno, nel quale il nostro passo dovrà essere più deciso, perché anche chi ci segue, non dorme. Ho visto formazioni migliorate sul piano tattico, brave a chiudere gli spazi, pronti alle ripartenze. Non voglio rubare il posto al nostro allenatore, ma dobbiamo trovare il modo di servire meglio i nostri attaccanti, che sono bravi e temuti, aggredire in modo diverso gli avversari che hanno la loro forza nel fatto agonistico”.
Caro Presidente, siccome si è sbilanciato non può sottrarsi dal voto alla squadra e all’allenatore:
“Alla squadra do un bel sette, riservandomi un voto più alto al termine del campionato. Riccardo Fatone merita otto per quanto già detto sulla gestione dello spogliatoio e invece sette per quanto fatto in campo dalla squadra. D’altra parte, il voto è per forza collegato”.
Appuntamento con l’anno nuovo:
“Certo. Ripartiamo col Montefranco, senz’altro alla nostra portata, se avremo fatto tesoro degli insegnamenti del girone d’andata. Dico, pure, che i nostri problemi li hanno avuti e capiteranno anche ai nostri avversari. Speriamo di essere bravi ad approfittarne, oltre a limitare gli effetti di qualche nostra, non auspicabile, defaillance”.

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