Appartegono a mondi e poli opposti, Leopoldo Di Girolamo e Paolo Di Canio. Entrambi al centro di polemiche, profondamente diverse visto il ruolo e gli ambiti che a ciascuno competono, accomunati forse da un solo elemento: il senso di appartenenza alla comunità ternana.

E' proprio questo comune senso di appartenenza che ha spinto il primo cittadino di Terni, in giorni non certo facili per la giunta che amministra la città, a prendere posizione con un post sulla sua pagina Facebook sull'intervista rilasciata al Corriere della Sera dall'ex calciatore, che ha vestito il rossoverde a inizio carriera (stagione 1986-1987) e che di fatto è cittadino ternano avendo sposato una ternana e avendo aperto in città un noto negozio di abbigliamento.



Noto per il suo talento e le sue discusse simpatie politiche, Di Canio una volta appesi gli scarpini al chiodo è rimasto nel mondo del calcio come apprezzato commentatore e conduttore di una divertente e competente trasmissione calcistica. Le sue simpatie, però, anche qui lo hanno tradito. I vertici di Sky lo hanno allontanato qualche mese fa per colpa di un tatuaggio discutibile che non era potuto sfuggire all'occhio delle telecamere. Come ogni cosa che riguarda il calcio e la politica, l'opinione pubblica si è divisa. Tra detrattori e sostenitori, e non per forza di cose i due ambiti coincidevano con chi si sentiva di appartenere alla destra o alla sinistra. Un personaggio che fa discutere sempre e comunque, nel bene e nel male, Paolo Di Canio. Che ha trovato un'insospettabile sponda nel primo cittadino.

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