Non c’è Polidori, Serafini è un po’ lontano dal massimo, Cochi siede in panchina. Con le polveri un po’ umide l’Orvietana si affida allora all’opzione due. Quella su palla inattiva, con la quale i due centrali della difesa diventano protagonisti. Apre Avola, dopo circa mezz’ora, il cui fendente rasoterra, su calcio piazzato non lascia scampo al bravo Stanzial. Replica e chiude Nuccioni al minuto cinquanta, con una frontata che manda la palla in rete, su angolo pennellato da Brescia. Partita controllata per buona parte dai biancorossi, fatta eccezione per i primi dieci minuti, quando ai ragazzi di casa riesce mettere in pratica quanto preparato da Danilo Nicolai. Periodo nel quale c’è anche la traversa colpita da Sacconi che, di testa, a porta spalancata si mangia un clamoroso vantaggio. Poi, con il salire dell’Orvietana l’Amerina mostra, chiari, i limiti fisiologici che la costringono a lottare per la salvezza. Non è mancato un momento d’apprensione, al primo minuto del secondo tempo, con uno spettatore colpito da un leggero malore, fatto che ha costretto l’arbitro a una sospensione momentanea, onde consentire al medico sociale dell'Amerina di prestare soccorso all’uomo e all’ambulanza di entrare nell’area recintata per procedere al trasporto in ospedale. Particolarmente triste il cane dell’uomo, partecipe nell’assistenza al proprio padrone in modo vicino all’umano. Per l’Orvietana un successo che può considerarsi di routine. Centrocampo verso una migliore omogeneizzazione con la muscolarità di Viviani, ma al quale serve un riferimento più avanzato. Perché se Brescia viene a trovarsi troppo defilato la macchina stenta a partire. Dimostrazione la prima segnatura, maturata per un fallo sullo stesso Brescia, in quel momento più centrale. Fatone, a giochi praticamente chiusi, ha inserito ZaGarella per un 4-4-2 con Cochi e Serafini punte centrali. Prove importanti perché il Cannara continua a vincere e all’Orvietana corre l’obbligo di presentarsi sempre al meglio in previsione dello scontro diretto che non è poi così lontano