Con la conferenza stampa alla Sala Giunta del Coni e il saluto del numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò e del presidente del Cip Luca Pancalli (il presidente Special Olympics Maurizio Romiti assente giustificato per motivi di salute) si è ufficialmente aperta l'avventura della delegazione italiana che parteciperà ai prossimi Giochi Mondiali Invernali Special Olympics, in programma in Austria dal 14 al 25 marzo.


Oltre 2.700 atleti con e senza disabilità intellettiva provenienti da 107 nazioni, 3.000 volontari, 1.100 coach, circa 20.000 spettatori in loco e milioni attraverso i canali televisivi di tutto il mondo. Un evento internazionale che accenderà i riflettori sulle politiche attuate nel mondo per l’inclusione delle persone con disabilità intellettiva nella società al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica ed abbattere ogni pregiudizio e forma di emarginazione. L'Italia sarà rappresentata da 34 atleti che gareggeranno nelle discipline di sci di fondo, sci alpino, snowboard e corsa con le racchette da neve. Tra di loro anche la ternana Valentina Pettinacci, reduce come tutti i suoi compagni dai Giochi Nazionali Invernali che si sono chiusi qualche giorno fa a Bormio.


Dodici giorni per un evento mondiale che si svilupperà in tre differenti location: Graz, Schladming – Rohrmoos e Ramsau. La Cerimonia di apertura avrà luogo sabato 18 marzo alle ore 19 allo Stadio Planai a Schladming. Le gare, in programma dal 19 al 23 marzo, si articoleranno in 9 specialità dello sport invernale: pattinaggio artistico (tradizionale e unificato) pattinaggio di velocità su ghiaccio, floorhockey (tradizionale e unificato), floorball (tradizionale e unificato), corsa con le racchette da neve, sci alpino, sci di fondo, snowboard e stickshooting. La Cerimonia di chiusura è prevista il 24 marzo alle ore 19 allo Stadio di Liebenau di Graz. E soprattutto vedrà gli atleti protagonisti in un'avventura che vivranno nella massima autonomia, senza genitori o accompagnatori al seguito se non i 12 tecnici guidati dal capodelegazione Paola Mengoni che, vale la pena sottolinearlo, non sono i soliti tecnici che gli atleti conoscono nei loro Team di appartenenza.


Durante i Giochi Mondiali Invernali si terrà il Summit dei Giovani Leaders, quest’anno denominato "Generation Unified Summit", attraverso il quale giovani provenienti da tutto il mondo avranno l’occasione di confrontarsi su temi dell’integrazione ed accettazione. Tra le numerose candidature sono stati selezionati gli aquilani Paolo Aquilio, atleta, ed il partner Matteo Gioia, atleta senza disabilità intellettiva. Davanti al Presidente del Coni, Paolo Aquilio ha riportato la propria esperienza all'interno di Special Olympics: "Come atleta cerco di dare sempre il meglio di me. Lo sport mi ha insegnato che ogni difficoltà è fatta per essere superata. Mi ha dato forza e coraggio e determinazione nell'affrontare ogni aspetto della vita". Il partner Matteo Gioia ha aggiunto: "Ci siamo conosciuti grazie alla nostra passione comune, il basket. Il nostro progetto va oltre lo sport, perchè Special Olympics è anche amicizia ed inclusione. Andremo a visitare i sindaci e gli amministratori locali della nostra regione, l'Abruzzo, e anche gli studenti delle scuole. Per far capire che oltre allo sport, c’è l'amicizia e la vita di tutti i giorni".


L’Austria non è nuova ad accogliere eventi internazionali di Special Olympics: già nel 1993, a Salisburgo e Schladming, 1600 atleti provenienti da 63 nazioni gareggiarono in 5 specialità sportive, furono i primi giochi invernali Special Olympics organizzati al di fuori degli Stati Uniti. Gareggiare agli eventi internazionali in particolare, dona agli atleti una grande opportunità di mettersi in gioco, aprirsi alla conoscenza di altre culture, di crescere rendendosi più autonomi e consapevoli delle proprie potenzialità. Una possibilità che, quando viene colta e vissuta nella sua interezza, coinvolge anche tutta la sua rete di relazioni, da quella familiare, a quella scolastica o lavorativa, da quella amicale a quella più estesa della comunità in cui l’atleta vive. Non è insolito scoprire in ogni storia di vita degli altri atleti un punto di svolta, un cambiamento positivo che il più delle volte coincide proprio con l’esperienza internazionale che hanno l’opportunità di vivere con Special Olympics; si torna a casa con un bagaglio più ricco, non soltanto per il peso delle medaglie conquistate sul podio. Trentaquattro storie di vita, quelle relative alla delegazione italiana, che andranno ad arricchirsi di una nuova esperienza, una nuova opportunità di crescita.

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