A inizio stagione i più avevano definito questa squadra "Le Fanta Ferelle" ed effettivamente a guardare la squadra allestita dal Direttore Basile, si poteva dargli ragione.

Certo è che nessuno si sarebbe mai aspettato una stagione di questo tipo con tutte le scelte fatte in estate centrate in pieno e con la scommessa Renatinha stravinta. La giocatrice sconosciuta ai più, ma tanto cara al DS ha sbancato letteralmente la Serie A italiana. Capocannoniere e inarrestabile trascinatrice, qualcuno aveva provato a definirla nella prima parte di stagione solamente un funambolo a cui le squadre avrebbero preso presto le misure. Invece l'unica a prendere le misure è stata proprio la ventitreenne brasiliana che di partita in partita non ha mai mancato l'appuntamento al gol. Un colpo di genio, una intuizione della Società rossoverde che ormai ha la consuetudine di scoprire fenomeni in giro per il mondo e portarli in Italia.

Renata, ma non solo. Una squadra forte nei vari reparti con il motorino e cervello Maite che ha stupito tutti e pensare che più di una squadra ci aveva provato a portarla in Italia, ma nessuno come la Ternana Femminile ha creduto in lei. Quando negli ultimi cinque minuti di una partita 1300 persone si alzano in piedi e ti applaudono perché dopo cinque anni decidi di lasciare e andare in Italia, significa che qualcosa di buono lo hai fatto come giocatrice e come ragazza. Evidentemente il Direttore ci ha visto un valore inestimabile un qualcosa da Fera, anzi Ferelle.

E allora ecco un altro fenomeno questa volta spagnolo che va ad affiancare l'altra con il numero nove. Intuizioni, idee, ricerca, lavoro e tanta capacità di saper fare calcio femminile. Questa la realtà delle Ferelle da cinque anni a questa parte, la realtà con più finali disputate e trofei vinti dall'istituzione della Serie A. Ieri a Milano di fronte a una settantina di tifosi, l'ennesima prova di forza, l'ultimo scalino verso quello che i Vichinghi chiamavano Valhalla. A pensar bene la squadra di Mister Pellegrini assomiglia proprio ai guerrieri scandinavi, un po' pazzi e avventurieri, forti e belli, ma soprattutto affamati di vittorie e tesori per il proprio popolo.

Venerdì sera basterà un punto contro la Lazio, un solo punto per potersi assicurare il primo posto e l'ennesimo sogno di poter disputare per la prima volta nella propria storia una finale scudetto in casa. Certo prima ci saranno due turni (quarti e semifinale) da giocare sempre con il ritorno al Di Vittorio vantaggio non da poco e allora è proprio il caso di dirlo: "Sogna Terni, sogna." Perché le Ferelle sono pronte a rincorrere la storia, ancora una volta.

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