Doppia intervista ad Alessio Foconi con al collo la medaglia d'oro conquistata ai Mondiali di Lipsia nella gara a squadre ed al presidente del Circolo della Scherma Terni Alberto Tiberi.



Alessio quanto pesa questa medaglia?

"Ha un bel peso, un peso di gioia e dei tanti sacrifici che sono stati fatti, ne è valsa veramente la pena. Si arriva a fine stagione con questa medaglia d'oro che è il coronamento di tutto. Dedico questa medaglia anche al Circolo della Scherma Terni ed al presidente Tiberi, perchè grazie anche a loro sono potuto arrivare a questo traguardo. E' sicuramente anche il primo passo verso un futuro che penso mi riserverà altre belle medaglie"

Presidente Tiberi chi ha seguito la finale con gli USA su Eurosport ha sentito menzionare più volte il Circolo Scherma Terni, il suo nome e il maestro Romagnoli, una bella soddisfazione...

"Sì è stata un'emozione molto grande, mi ha fatto molto piacere il commento di Margherita Granbassi che saluto che abbraccio, per lei nutro un grandissimo affetto perché è stata tesserata con noi per dieci anni. All'epoca maestro di fioretto era Giulio Tomassini, con il quale anche il nostro Alessio è cresciuto e che ha lanciato il gruppo attuale di maestri del fioretto che è diretto da Filippo Romagnoli e Alessandro Picchi. Loro hanno rubato come si dice con gli occhi il lavoro di Giulio e adesso stanno insegnando con dei risultati davvero eccezionali, oltre a quelli di Alessio a livello di gran premio giovanissimi e cadetti che ci fanno ben sperare per il futuro"

Alessio ti è toccato il primo assalto in finale con il forte Massialas, non è stato facile credo rompere il ghiaccio raccontaci tutto....

"E' stato un inizio molto traumatico tra virgolette, forse perché loro sono partiti con maggiore concentrazione e cattiveria rispetto a noi. Ho perso 5 a 3, ho cercato comunque di tenere basso il numero di stoccate di differenza. Poi però purtroppo la concentrazione in una finale ha delle fasi alterne soprattutto in una gara a squadre rispetto all'individuale. In questo caso devi cercare di arrivare ad un punteggio tale da permettere al tuo compagno di squadra più stretto possibile nello svantaggio oppure allungare la distanza in proprio favore. Ma bisogna lavorare di squadra soprattutto nei momenti di svantaggio, perché uno vorrebbe recuperare tutte le stoccate di differenza, però facendo questo si perde il controllo e si rischia di fare peggio. Magari voglio recuperare e prendo cinque stoccate senza metterne una; invece mi basta metterne una o due senza subirne per mettere nella migliore condizione possibile il compagno che va in pedana dopo di me e la squadra possa recuperare. A centro match c'è stato proprio un cambio di marcia, Giorgio Avola ha fatto un capolavoro schermistico rimontando da meno 8 e con Massialas e Imboden è stato davvero grande capovolgendo a nostro favore il punteggio. Poi mi sono trovato io al penultimo assalto a dover mantenere il vantaggio. E' stato bravo l'americano a crederci, io un po' per la tensione e la fatica non riuscivo a mettere a segno stoccate valide ed allora mi sono messo a difendere il vantaggio. Alla fine è contata la nostra cattiveria, ci abbiamo messo il cuore e anche chi era in panchina come Cassarà è stato fondamentale nell'incoraggiarci".

Chamley Watson ha cercato di innervosirti tra l'altro con le sue esultanze, ti ha infastidito o ti ha caricato?

"Guarda non me sono accorto, me lo hanno detto dopo la sera. Non è il massimo ma ci sta che si usino anche questi mezzi per cercare di arrivare al risultato. Si sa tutto è concesso, una volta tolta la maschera tutto torna come prima. Io non lo so, anche lui sarà stato sotto trance agonistica, almeno spero. Credo però che il rispetto sia alla base di tutto".

Terminato l'assalto Alessio Foconi che cosa faceva e quando stava in pedana guardava la panchina?

"Sì durante gli assalti cercavo sempre con lo sguardo la panchina da dove arrivavano consigli ma anche strilli di incitamento questo mi aiutava a dare di più. Dopo l'assalto non riuscivo a stare fermo in panchina, giravo intorno, cercavo la concentrazione e accumulavo ancor più cattiveria agonistica. Questa frenesia al riposo mi ha fatto concentrare ancor di più per il mio turno successivo in pedana".

Quando è che avete capito che ce l'avreste fatta?

"Guarda ti posso garantire che ci siamo svegliati la mattina sapendo che andavamo a giocarci l'oro, non volevamo accontentarci di altro. Lo abbiamo capito assalto dopo assalto. Abbiamo tirato contro Olanda, Inghiletrra, Cina e poi la Francia che è stata il primo vero scoglio della giornata e per come abbiamo portato a casa la vittoria abbiamo capito che andavamo in finale a fare male all'avversario. Abbiamo iniziato male con gli americani ma personalmente non ho mai creduto che fossimo spacciati e credo anche i miei compagni di squadra. La nostra forza credo sia stata proprio questa, di non darci mai per spacciati. penso abbiamo dato un bell'esempio per chi ci ha visto da fuori, come poi ci hanno detto. E' stato davvero bello trasmettere queste grandi emozioni".

Presidente Tiberi che cosa rappresenta per il Circolo Scherma Terni questa impresa?

"E' semplicemente meraviglioso. La gente mi incontrava per strada e mi abbracciava ed io a cercare di spiegare che non avevo fatto niente il merito era di Alessio e dei suoi compagni di squadra. Ma voglio sottolineare anche un altro aspetto che su quella pedana c'erano in finale i migliori quattro al mondo compreso Alessio che è salito proprio al quarto posto del ranking mondiale. Nella semifinale ha battuto poi due forti atleti francesi con un 5 a 0 e un 5 a 2. Una impresa di non poco in un momento in cui gli avversari stavano sfruttando un momento di flessione azzurra. In 50" ha dato la svolta alla gara. Alessio è quarto non perché gli sia stato regalato qualcosa, ma per i risultati raccolti in una intera stagione davvero strepitosa, così come per Garozzo, per Avola e per Cassarà".

Alessio in conclusione quali sono gli obiettivi per la prossima stagione?

"Riprenderò a fine agosto ad allenarmi in vista della prossima stagione impegnandomi al mille per mille per confermare questi risultati e per migliorare e fare ancora meglio. Voglio di più, voglio fare il massimo possibile. Ancora non ho raggiunto il massimo e voglio lavorare per fare questo"

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