L’Orvietana non ha vinto, ma la prima sconfitta potrebbe rivelarsi salutare. Mancavano tre pedine di spicco, Locchi, nuovamente disponibile fra sei giorni, Saleppico, che ne avrà per un mesetto, Mouaha, almeno dall’inizio. Però, va dato merito al San Sisto l’essersi manifestato squadra col vero spirito della categoria, forse la prima affrontata dall’Orvietana. Un manipolo di giovanotti , insieme a quattro chiocce di un certo spessore. Un portiere, De Marco, che fa reparto e guida la difesa da secondo allenatore, due difensori, Fiorucci e Stella, coriacei e sempre consapevoli su dove e come colpire, un trentacinquenne, De Luca, con la forza dei movimenti giusti per mettere in difficoltà chi gli è di fronte.

E’ stata, per i tifosi biancorossi, la partita delle attese. Quella iniziale, ottimistica dopo l’ottima partenza, quella di un pronto recupero, dopo l’ingenua trattenuta di Nuccioni e il rigore che ha sbloccato la partita, quella della possibile riscossa nel secondo tempo, con l’ingresso di Mouaha, quella dei minuti finali, quando l’Orvietana, finalmente lucida, ha messo alle corde l’avversario.

Polidori, quello che di solito s’inventa qualcosa di speciale, non era in grande giornata. Ha mancato, clamorosamente, la rete del possibile vantaggio, per poi intestardirsi in giocate di non troppo senso. A parziale scusante, la marcatura cui è stato oggetto da parte di Fiorucci, che ha concesso veramente poco all’attaccante. Ragionamento assimilabile a Carissimi, sostituto di Mouaha, sovrastato da Stella nel gioco aereo e ancora un po’ acerbo nelle intuizioni e nel fiuto che possono fare la differenza. Alessio Moneti ha avuto un’ottima partenza. Proposto quale esterno di destra, ha messo in mezzo più di un pallone invitante per poi spegnersi, progressivamente, complice una condizione ancora da registrare.
Due giocatori, Carissimi e Moneti, ai quali aggiungere Mancinelli, sui quali Fatone può contare, ma che, difficilmente, almeno in questo momento, possono fare la differenza. Come, invece, pare poterla fare Mouaha, confermata dal gol, un colpo di testa angolato e potente, veramente molto bello.

L’allenatore, decidendo di lasciarlo in panchina a causa di un piccolo guaio muscolare, aveva preso una decisione difficile e importante. Sulla quale si può non essere d’accordo, visto come si è mosso il marsigliese, ma solo con il senno del poi. Lo stesso tecnico, qualche tempo fa, lamentava la scarsa cattiveria agonistica nella fase offensiva, poi sconfessata dai sette gol in due partite. A San Sisto ha fatto nuovamente capolino, in particolare nei migliori momenti dell’Orvietana, quando tutto funzionava, ma solo per arrivare nei pressi dell’area di rigore. C’è più di una considerazione, quindi, da analizzare e, sulla quale riflettere, senza mai perdere di vista l’obiettivo iniziale, che era e rimane quello di una tranquilla salvezza.

Nella foto: il tecnico dell'Orvietana Riccardo Fatone

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