Lo spettro concreto della retrocessione in Serie C potrebbe non essere la notizia peggiore al termine di questa stagione. Incredibile, ma vero. Sembra assurdo dal momento che il solo e unico pensiero che dovrebbe accomunare tutti quelli che tengono alle sorti della Ternana dovrebbe essere (almeno) il mantenimento della categoria. E invece, non solo la squadra rossoverde rischia grosso - ora più che mai visto che dopo il ko di Cesena si ritrova all'ultimo posto solitario in classifica - ma quella che si va profilando (speriamo di no) potrebbe essere una catastrofe non solo dal punto di vista sportivo. Tanto in difficoltà la squadra sul campo, quanto unita la tifoseria quando si tratta di andare in trasferta. Anche a Cesena erano più di 700, sono numeri notevoli per una squadra che rischia seriamente di retrocedere. E a differenza dell'anno scorso quando l'exploit memorabile ci fu ad Ascoli, ultima e decisiva partita con mille tifosi al seguito, quest'anno gli esodi sono stati parecchi a cominciare dai mille di Frosinone, proseguendo con i 500 di Empoli e Pescara, i 300 di Chiavari e Cremona, e via discorrendo. Il tifo non è mai mancato.



Ad esacerbare gli animi, come molto spesso accade in piena era digitale, sono i social network e l'uso che talvolta ne viene fatto. Non sono piaciuti a Stefano Bandecchi, ad esempio, i commenti definiti "minacciosi volti a ledere le persone, e che nulla hanno a che fare con il calcio" lasciati da alcuni tifosi sulla bacheca Facebook dell'Università Niccolò Cusano, motivo per il quale Bandecchi ha annunciato di voler procedere con un esposto alla polizia postale. Ma c'è anche il post di Pochesci che fa discutere. Quel "non mollate ragazzi miei" ma soprattutto "sono più dispiaciuto oggi che dopo l'esonero" (riferendosi al ko contro il Cesena nella prima di Ferruccio Mariani come suo successore) che per qualcuno suona un po' inopportuno, come ha ammesso Marco Schenardi, allenatore ed ex giocatore rossoverde intervenuto lunedì a Fere di Sera su Tele Galileo. Dove peraltro era ospite Andrea Paolucci, il quale ovviamente non si è sbilanciato più di tanto.



Il tutto esacerbato dagli schieramenti opposti, parliamo sempre di Facebook naturalmente perchè in curva poi si tifa tutti dalla stessa parte (almeno in trasferta). Curioso anche che spuntino un po' ovunque profili sulla cui autenticità non tutti sono pronti a mettere la mano sul fuoco, che prendono parte allo "scontro" dividendosi generalmente in pro-Pochesci e contro-Unicusano tout court. Su una cosa Bandecchi ha ragione. Su una soltanto, visto che la responsabilità di questa situazione è tutta della società e delle sue scelte ovviamente. E cioè Bandecchi ha ragione quando dice che al nuovo tecnico va dato del tempo per poter lavorare (in fondo Pochesci ha avuto 23 partite e ne ha vinte solo 3, se è vero che contano prima di tutto i numeri) e che va lasciato tranquillo, quanto meno non denigrato. Insomma la piazza deve dimostrare di avere un passo in più rispetto quanto fatto vedere fino a qui da tutte le componenti della nuova società. E pazienza se qualcuno arriva al punto di rimpiangere Longarini. Perchè in fondo la Serie B per una città come Terni è un lusso e tanti dimenticano che fior fior di piazze sono scomparse calcisticamente o sono state costrette a ripartire dal basso con umiltà e pazienza. Ecco quali potrebbero essere i mali anche peggiori della retrocessione. Continuare a dare tutto per scontato, pretendere e basta senza essere riconoscenti in niente, lasciare a casa uno strumento sempre utile come la critica obiettiva, prendere acriticamente le parti di questo o quello per simpatia o convenienza personale. Dura la vita del tifoso al tempo dei social network.