"Quando leggerete questo scritto io sarò morto". E’ questa la frase con cui si apre l’allucinate lettera inviata da Giorgio Lugaresi nel momento in cui il Cesena Calcio sta vivendo le sue ore più drammatiche. L’Agenzia delle Entrate con una Pec e 20 pagine di motivazioni ha bocciato su tutta la linea il piano di risanamento del Cesena Calcio, documento indispensabile per cercare di iscriversi al prossimo campionato. Situazione che la Ternana monitora in ottica ripescaggio.

E il patron bianconero, in una lungo messaggio fatto recapitare anche ad alcuni amici e alla Lega di serie B, si dice distrutto, amareggiato e abbandonato da politici e imprenditori (di cui fa i nomi). Nel frattempo l'avvocato Christan Dionigi aveva confermato: "Il parere è negativo, l'Agenzia delle Entrate non ha approvato il fatto che il Cesena non ha fornito adeguate garanzie nel piano di ristrutturazione soprattutto per quanto riguarda i primi 5 anni. Ora non ci resta che tentare di fornire ulteriori garanzie per sanare la nostra posizione. Ma i tempi sono strettissimi". Cosa aveva intenzione di provare a fare il Cesena nonostante il diniego dell'Agenzia delle Entrate lo spiegava lo stesso legale che è anche direttore finanziario del club: "Cercheremo di trovare una fideiussione che possa garantire i nostri pagamenti per i primi tre o cinque anni poi presenteremo una nuova proposta. Se facciamo molto in fretta possiamo riuscirci". Pochi minuti dopo arriverà la tragica mail di scuse e di accuse firmata Lugaresi e intitolata "Suicidio".

Il piano prevedeva la riduzione da 32 a 20 milioni e la rateizzazione in comode rate ventennali del debito che il Cesena ha nei confronti dell'erario dopo che per gli altri 20 milioni di euro del monte debitorio complessivo (quello verso banche e fronitori) era stato trovato un accordo con i creditori. Che ora rischiano di rimanere al palo, così come tutti i dipendenti e i collaboratori del Cesena (a cui Lugaresi si rivolge commosso nella lettera) e così come tutti i tifosi che rischiano seriamente di vedere scomparire la loro squadra del cuore. Dopo 78 anni di storia tra cui 13 campionati di Serie A e una qualificazione in Coppa Uefa, il Cesena rischia concretamente il fallimento.

LA LETTERA DEL PETRON DEL CESENA LUGARESI

Quando leggerete questo scritto io sarò morto.
Normalmente chi si suicida, lo fa in in stato confusionale e magari lascia un foglietto di scuse soprattutto alla famiglia. Io invece ho pensato a questo gesto già da molto tempo perché non essere riuscito a salvare il Cesena per me è una sconfitta insopportabile e preferisco sparire per sempre pagando con la vita. Molte persone a me care rimarranno senza lavoro. A mia moglie Francesca e mio figlio Michele le banche porteranno via la casa. Ogni mio bene immobiliare finirà all’asta. E molti dei soci che sono sempre stati contestati dagli Ultras, perderanno molti soldi e proprietà. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato con me nel Calcio e nelle mie attività. Con tutti ho sempre avuto rapporti di grande spessore morale che a volte sono maturati in amicizie fantastiche. Nel Calcio Gabriele e Marco Valentini; Nadia e suo figlio Michele; la Diletta mi mancherà molto; Rino Foschi un grande amico che mi ha aiutato tanto; Lisa una collaboratrice dolcissima e efficace; Sara del marketing che ora è alla Fiorentina con la quale avevo un rapporto un po’ Speciale e mi è dispiaciuto perderla; Elena; Gianluca Campana una roccia; Filippo e Monica del Settore Giovanile e Gigi Piangerelli. Tutti gli allenatori del Settore Giovanile che conosco da moltissimi anni. Non voglio dimenticare i medici come Paolo, i massaggiatori tutti. Gli accompagnatori e gli autisti. I tutto fare come Daniele. E poi i tanti operai e collaboratori che mi hanno dimostrato grande affetto. Roberto Biondi il migliore a cercare bambini per il Cesena, veramente un Grande. Nella caccia Paolo, Eugenia, Samantha, e tutti gli altri.
Ai Soci che hanno partecipato a questa azzardata avventura chiedo scusa per gli errori che ho commesso e per il fatto che non sono riuscito a contenere a sufficienza i costi di gestione. Fortunatamente abbiamo sempre condiviso tutto e quindi nessuno potrà dire di essere stato tenuto allo scuro di come si stesse operando in Società, nemmeno Marino Vernocchi che è stato Consigliere ed ex vicepresidente ma che non ha dato che pochi spiccioli per la causa e li ha recuperati tutti. Una delusione come dirigente e come amico. Ero certo che con la ristrutturazione del debito ci saremmo messi a posto per sempre e me ne sarei potuto andare in modo leggero. A Cesena il Calcio ha dato tanto e temo che dopo di noi non sarà più così. Sono rimasto molto deluso dal Sindaco Paolo Lucchi, perché a fronte di promesse iniziali per aiutarmi a coinvolgere i più importanti imprenditori della nostra zona, dopo essere stato rieletto col secondo mandato, si è dileguato completamente e anzi in molte occasioni ci ha remato contro. Voglio invece ringraziare Bruno Piraccini di Orogel per esserci sempre stato vicino e con lui Luca Pagliacci e Gianluca Padovani. Degli altri imprenditori più noti, è nei miei pensieri Pierluigi Trevisani che pur avendo i fratelli contrari e anche il nipote, ci ha dato una mano e l’ho apprezzato moltissimo.
La persona più insensibile e che spesso mi ha illuso, ma nei fatti non ha fatto proprio nulla, è NERIO Alessandri di Technogym. Con l’Azienda che ha avrebbe potuto “con un battito di ciglia” toglierci da guai. Gliel’ho chiesto sempre con garbo, ma lui alla fine ci ha tirato solo un osso da masticare. Gli auguro ogni fortuna, ma i tifosi del Cesena devono sapere che NERIO non ha mai voluto far nulla per il Cesena. Un’altra Azienda che mi aveva promesso aiuto, ma poi non ha fatto proprio nulla è Amadori. Ho avuto più incontri e anche colloqui telefonici con Francesca e Flavio Amadori, ma oltre a grande attenzione e alcune promesse, il Cesena non ha ricevuto nulla. Chissà se Francesco è anche lui “complice del mancato aiuto”? Un giorno mi disse che ascoltando la radio a letto con sua moglie, a un nostro gol, si erano abbracciati forte. Mi spiace che poi una malattia gliel’abbia portata via. Apofruit aveva in Renzo Piraccini come Direttore generale e col Presidente di quella grossa cooperativa, dopo avermi detto che conoscevano bene Edmeo e lo avevano sempre stimato anche da concorrente, prima mi concessero un appuntamento e poi lo disdissero dicendomi al telefono che non potevano far nulla. Era una delle Aziende che a dire del Sidaco Lucchi ci avrebbe sicuramente aiutato. Ho sempre detto che da soli non ce l’avremmo fatta e credo che resistere dal dicembre 2012 a oggi sia da portare come un vanto. Abbiamo anche fatto un anno di A. Una gioia immensa! Ho rovinato la mia famiglia e questo è il dolore più grande. Non sono nemmeno riuscito a godermi la crescita di mio nipote Adamo che non vedrò più. Lascio tutti i miei numerosissimi amici anche di caccia, Lucio, Cesare, Riccardo, Silvia, Giuseppina, Paolo, Piero, Puccio, Urbano, Renato, Nonno Giannone, Marco, Alberto, Umberto e mille altri. Non voglio essere irriverente, ma lascerò anche i miei cari e sinceri cani da caccia, Bach, Anita, Merlino, e il promettente Lampo. Poi un discorso a parte merita Matilda la Lupa, perché ha vissuto in casa con me e Francesca quasi dieci anni ed è proprio una di famiglia che capisce tutto ciò che diciamo e anche il nostro umore. Ha sofferto anche lei per il Cesena. Sto scrivendo questa lettera in più giorni e non sarà molto corretta come tempi e rispetto di chi parlo, ma è un periodo complicato, cercate di capire. Di Igor Campedelli ho la certezza che sia un ladro. Il Tribunale lo assolverà perché non ho alcuna fiducia nella giustizia. Ha ingannato me, i suoi famigliari, tutta Cesena. Un ladro vero. Invece Luca Mancini si è riabilitato ai miei occhi anche se penso che abbia fatto molti errori, ma poi ci ha aiutato in qualche modo e anche se i soldi erano di Piero Visani, è stato utile alla sopravvivenza fino alla morte di oggi. La mia non vuole essere una lettera dove elenco le persone buone e quelle cattive, ma quelli che hanno aiutato o non aiutato il Cesena pur potendolo fare senza sforzo e si sono tirati indietro. Il Cesena meritava di essere salvato. Christian Dionigi è stato un preziosissimo collaboratore e lo abbraccio forte. Lui forse aveva capito che mi sarei ucciso. Uccidersi io lo vedo come un atto d’onore nei confronti della mia personale sconfitta. Un atto dovuto. Verrò dimenticato in fretta dal mondo dello Sport. Le mie ceneri mi piacerebbe venissero sparse in Lapponia svedese e in parte messe insieme a Donatella che è stata mia moglie per 32 anni. Il dolore per la sua morte mi fece cedere a Campedelli. Piacque subito a tutti i Soci che invece di dirmi: “Giorgio stai fuori qualche mese che qui ci pensiamo noi, e quando ti sentirai un po’ meglio ritorna”, mi dissero a noi va bene lui. In quei lunghi mesi di malattia di mia moglie Donatella, mio cugino e vicepresidente Michele Manuzzi, approfittando delle mie prolungate assenze, mi remò contro per farmi fuori, ma il consiglio lo sputò fuori accettando le sue dimissioni e nacquero i quattro vicepresidenti. Una brutta storia fatta di invidie. Il Cesena è andato a Campedelli con 9,5 milioni di debiti interamente garantiti da me. Io non sono rimasto socio come tutti credono del Cesena, ma della Società maggiore azionista e senza alcun incarico e senza essere presente nel CdA. Per cui di ciò che facessero loro io non ne sapevo proprio nulla! E questa è la verità. Una degli atti più schifosi di Campedelli è aver venduto il posto di Edmeo in Tribuna d’onore il giorno di Cesena-Milan. Edmeo rimase in casa di riposo a Longiano e di lì a poco mori.
E così il Cesena del professionismo non esisterà più. Sarebbe stato sufficiente che ci avessero affiancato un po’ di Aziende del territorio, ma non l’hanno voluto fare. Ho sempre detto loro che io mi sarei potuto far da parte anche subito se potevo essere ritenuto scomodo, ma ciò non è bastato.
Credetemi se vi pare, abbiamo dato il massimo, anche se l’errore più grosso è stato quello di tentare il salvataggio, ma l’amore per la Squadra e la nostra città ha avuto il sopravvento sulla ragione.
Molti di coloro che ci hanno criticato, potranno parlare di questa cosa per un po’ di giorni, ma poi resterà il “vuoto cosmico” come ho scritto qualche anno fa nel mio libro.
Negli anni sono sempre stato aspramente criticato, come del resto anche mio padre, da coloro che si definiscono Ultras. Con la mia morte e con la morte del Cesena, moriranno anche loro. Non si sono neppure resi conto che noi Dirigenti li abbiamo tenuti in vita per anni. Ora anche loro perderanno tutto e di questo sono felice. Povere menti in poveri uomini.
Oggi è arrivato il rifiuto alla transazione dell’accordo fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tutto ciò è incomprensibile perché l’accordo è partito da loro, soprattutto dalla Dottoressa Rossella Orlandi e Fasan. Un agguato fatto da persone schifosamente false. Ci hanno fatto lavorare mesi con serietà e la speranza di mettere al sicuro il futuro del Cesena e delle persone che ci lavorano. Mi fanno schifo. Non so se hanno una famiglia e dei figli, ma mettere in mezzo alla strada tante famiglie grazie a un piano già predisposto è una vergogna e mi auguro che con la mia morte si apre un’inchiesta che possa dimostrare la loro falsità come Dirigenti e come persone.
NERIO Alessandri si sarà liberato del Cesena e ne sarà felice.
Mi dispiace per tutti i creditori che non prenderanno più quasi nulla.
Le ultime riflessioni sono per Francesca. Caro amore mio, ti devo lasciare. Non posso farne a meno tu conoscendomi lo capisci bene. Ti ho amato con tutto me stesso e mi sarebbe piaciuto invecchiare insieme. Non mi è stato permesso. Ti amo tanto. A mio figlio Michele e a Cristina con Adamo non so cosa dire. La mia vita è stata bella Grazie anche a loro. Dimenticatemi se potete.
Oggi Francesca, volevo mangiare un po’ di pesce a pranzo con te perché sentivo che sarebbe stato l’ultima volta. Due ristoranti chiusi a mezzogiorno. Il destino. Forse meglio così. Ti amo tesoro mio. Delle mie cose fanne ciò che credi, un grande falò lo apprezzerei. Non mollare. Salutami Piero, la Bianca e Claudia che mi hanno fatto sentire il calore di una nuova famiglia dopo che ho perso Donatella, Anna e Edmeo.
Vado in uffici a leggere il provvedimento. Ciao
ciao Gina
Giorgio Lugaresi
PS ho scritto anche a qualche Avvocato. Per favore difendete la mia famiglia. Grazie

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