L'avvocato ternano Francesco Mattiangeli aggiunge un altro alloro alla sua ricchissima bacheca fatta di titoli e trofei conquistati un po' ovunque. La disciplina è quella del Subbuteo, gioco da tavolo vera e propria icona degli anni 70-80 che ha resistito allo scorrere del tempo e che, oltre a conservare il suo fascino in una nicchia di praticanti che poi in realtà tanto ristretta non è, è diventato anche terreno di competizione tra veri e propri aggueritissimi atleti e relativi team. In forza alla società Black and Blue Pisa 1983 da questa stagione, Mattiangeli ha conquistato con i colori nerazzurri all'ombra della famosa torre pendente il titolo italiano a squadre categoria Subbuteo materiali tradizionali che si gioca in buona sostanza con le squadre in voga negli anni 70 80 e non con le attuali, molto più performanti ma decisamente meno romantiche. Si tratta di una categoria relativamente nuova, in quanto è stata istituita solo dal 2016. E per Mattiangeli, che all'attivo vanta numerose partecipazioni e vittorie anche a carattere internazionale, è il terzo titolo consecutivo, l'ottavo a squadre in carriera di cui cinque nel calcio tavolo e tre nel subbuteo. A Roma, nel fine settimana appena trascorso, sotto l'egida della Federazione Italiana FISCT con la collaborazione del club capitolino di Black Rose Roma, i nerazzurri del Pisa si sono imposti nel campionato a girone unico con 25 punti (su 27 disponibili). Seconda classificata Lazio TFC con 23 punti. Sul podio anche Perugia, campione d'Italia 2016/17 che chiude con 17 punti. Retrocedono in serie B SPES Livorno e Brasilia Chieti. Promosse in serie A Marassi Genova e i cugini di Atletico Pisa in Campo. Sono state 32 le squadre presenti per disputare i tre campionati a girone unico di serie A, B e C. Ben 160 giocatori provenienti da ogni parte d’Italia. La prossima sfida che attende l'avvocato ternano si terrà il 1 e 2 settembre quando a Gibilterra si terranno i Mondiali.

Nella foto da sinistra Stefano De Francesco, Mauro Manganello, Francesco Mattiangeli, Alessandro Subazzoli e Simone Bertelli