L'assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Terni, Enrico Melasecche, risponde su Facebook a un tifoso della Ternana che chiede lumi sulla reale possibilità che lo stadio Liberati possa essere messo in vendita: "Si dice che il Liberati non sia mai stato accatastato e per questo non è vendibile" si legge nel post.

Non si fa attendere la risposta di Melasecche che viene 'taggato' e quindi chiamato in causa: "Premesso che il Comune ha pagato fin troppo e più volte negli anni per lo stesso accatastamento dei propri immobili (qui dovrebbe indagare chi di dovere), l’ultima volta quando sono stati pagati dal precedente sindaco circa 500,000 € ad USI, Umbria Servizi Innovativi, la notizia riportata è destituita di ogni fondamento. Nessun ostacolo alla eventuale vendita per ragioni catastali che un buon tecnico risolve in pochissimo tempo. Il problema è ben diverso. Se si pretende di comprare un’area importante ed estesa, con uno stadio sopra per un piatto di lenticchie, procedure di legge a parte, penso che anche i più sprovveduti si facciano una grossa, grassa risata".

Risposta con affondo diretto al presidente Bandecchi che poco prima di incontrare il sindaco Latini si era espresso con toni piuttosto perplessi sulla necessità del Palazzetto dello Sport in zona Foro Boario. Come noto gli scenari degli ultimi giorno sono profondamente mutati, con la decisione di Bandecchi di mettere in vendita la società. Ma nello stesso post c'è spazio per un ultimo retroscena. "Secondo me non si può dare lo stadio a una società che ci sta portando a fondo" rilancia un altro tifoso. E Melasecche non si lascia scappare l'occasione: "Esattamente quello che ho scritto a Ranucci in un messaggio whatsapp".