Il presidente della Ternana Stefano Bandecchi è intervenuto la tramissione Fere di Sera in onda su Tele Galileo. Dall'accoglienza del Liberati domenica "non mi aspettavo che una parte del pubblico mi dimostrasse affetto, il sorriso verso la tribuna è stato spontaneo" al ripensamento sulla possibilità di vendere la Ternana.



Si è parlato di scelta di cuore ma è vero anche che sarebbe stato difficile trovare un acquirente solido e serio in questa fase della stagione con la squadra impegnata nella salvezza: "Nessun problema a vendere la società in questo momento - risponde Bandecchi - Tutto ciò che c'era da pagare li avrei messi io. C'era la fila di persone che volevano la Ternana, anche gruppi seri. Ma per la prima volta da quando mi occupo di calcio, ho capito che in qualche maniera il calcio mi è entrato nelle ossa. Questa è stata una delle decisioni più illogiche della mia vita, ma ho capito che la Ternana è la mia squadra, voglio tenerla e andare con lei. E' stata la prima volta che ho partecipato veramente alla partita, sono stato il primo tifoso di Gallo".

La passione prima dei soldi. Bandecchi lo ha capito e ricorda un episodio legato alla sua infanzia: "Mio padre non mi poteva darmi una paghetta alta, ma quando partiva di notte col camion mi dava un bacetto che per me valeva più dei soldi. Ed è una delle cose che ho pensato questi giorni. Ecco, adesso ho intenzione di mettere nella Ternana più cuore. Nel mio lavoro sono contento di aver seguito le mie idee e qualcosa ho dimostrato. Nel calcio ancora no, ma ho capito che bisogna rispettare la maglia e che il cuore è più importante dei soldi. E' per questo che ho abbassato la testa e sono tornato allo stadio a costo di prendermi gli insulti. Magari il prossimo anno spendiamo uguale e spendiamo meglio. Ma prima di tutto dobbiamo arrivarci nella stessa categoria".

Molti riconoscono i suoi investimenti, ma le rimproverano la scelta dei collaboratori: "Sono abituato a gestire i miei affari in prima persona. Alla Ternana, ho collaboratori molto validi, ma io so fare il mio lavoro e se lo sapessero fare come me, dovrebbero guadagnare quanto me, altrimenti non si capisce perchè dovrebbero regalare il loro lavoro. Nel mondo del calcio non mi ero mai occupato di niente. Ritengo di saper fare il mio mestiere, ora proverò a farlo anche nel mondo del calcio. Fino ad ora ho messo i soldi, ora ci metterò più cuore e anima".

Cos'ha detto ai giocatori nei giorni passati? "Ho parlato a lungo con Leone e Gallo. Avevo già parlato con i calciatori. Ma se al squadra è questa, se gioca bene come ha fatto ieri contro la prima in classifica, allora non si può permettere di fare partite come quella con l'Imolese e ora si deve togliere da questo impiccio. La stessa squadra che ha giocato ieri ci aveva allibiti la settimana prima. Ieri c'era ancora più rammarico, questa squadra deve vincere le prossime sei partite. Se questa è la squadra di ieri deve trascinarci ma non in serie D".

Ha parlato con il sindaco? "L'ultima volta che ho parlato con lui gli ho detto che avrei lasciato. Io ho cambiato idea, un cambio repentino che in certi casi mi vergogno, vorrei parlare con il sindaco dopo i primi tre punti. Ora giochiamo fuori casa due partite, speriamo di tornare con sei punti in tasca".

Ci sono alternative rispetto all'acquisizione dello stadio? "Io sono disponibile ad acquistare lo stadio, ma il Comune deve fare un passo. Lo stadio lasciato così com'è diventerà un rudere. Abbiamo fatto tanti lavori, abbiamo agito nella maniera più giusta possibile. Ma se vengo a cena a casa sua, è lei che decide il menù. Ora il Comune ci dica cosa vuole fare".

E' rimasto amareggiato per quanto dichiarato dall'assessore Melasecche? "Noi non abbiamo mai fatto nessuna offerta ufficiale. Stiamo facendo fare una valutazione dello stadio. Non so come sono venuti fuori certi numeri, siamo sempre disponibili a parlare. Forse l'assessore Melasecche è stato male informato. Non ci siamo mai parlati, non l'ho mai conosciuto: se avrò l'occasione gli dirò che sono disponibile ad acquistare lo stadio, ma la prossima offerta sarà dopo una valutazione scritta da parte del Comune sullo stadio, sono loro che devono fare la cifra".

Longarini ha speso belle parole per lei: "Ringrazio Simone e il padre, lui mi ha scritto prima di tutto quando io ho deciso di lasciare la squadra. Nemmeno gli ho risposto al telefono perchè ero arrabbiato, le parole che ha speso su di me sono veramente esagerate".

E su Pochesci che è andato alla Casertana? "Sono felice per lui, estremamente contento di questa nuova situazione. Spero per lui che avrà un futuro roseo".

Domani c'è l'udienza al Tar per il risarcimento del mancato ripescaggio: "Ci devono dare soddisfazione, il campionato di B è falsato e noi abbiamo una sentenza positiva. Quello che è successo fa schifo. Il Tar ha detto che c'è stato un grave danno ai nostri confronti, spero che i giudici ne tengano conto e ci riconoscano anche 100 euro di risarcimento. Speriamo che tutto non diventi un'altra comica: se ci diranno che abbiamo torto, vuol dire che in Italia non esiste più nemmeno la giustizia".

Ci sono tante squadre in Serie C che rischiano di fallire anche quest'anno: "Nel mondo del calcio per investire 3 milioni vuol dire che devi tirarne fuori 4, se ne vuoi investire 10 devi tirarne fuori 13, per fare le cose in regola e pagare tutte le tasse. Ci sono imprenditori che si sono rovinati, significa che il mondo del calcio deve rivedere il proprio pensiero. O ci affidiamo alle tifoserie o ai diritti televisivi, non sempre un privato può lavorare 12 ore al giorno e poi spendere i suoi soldi nel calcio. Io lo faccio, ma tanti imprenditori hanno difficoltà".

In chiusura una battuta sulla possibilità che cambi nuovamente idea. Non ci ripensa vero? "Chi ci ripensa è già cornuto. Non vorrei dover parlare con mia moglie" la risposta finale, in pieno stile Bandecchi.

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