Passare, in un attimo, dal maglione al pallone. È quanto fa Mattia Vicaroni, imprenditore in orario lavorativo, uomo gol nell’Orvietana del periodo. È nato nel 1998, zona Marsciano la residenza, perugino per affinità e trascorsi. Quelli calcistici più antichi dicono della consueta trafila nel Perugia Calcio, società nella quale, nei nove anni di permanenza, è diventato giocatore. Le ultime due stagioni, trascorse con la Primavera e qualche panchina in serie B gli hanno, poi aperto le strade dell’indipendenza calcistica e l’approdo al Cannara, in serie D. C’erano le prospettive per una carriera lunga, se non che, la famiglia Vicaroni, con i genitori e il fratello più grande, decide di allargare l’attività verso l’orvietano. Nei loro laboratori si produce abbigliamento, roba di classe, poi griffata grandi firme. Mattia, designato quale conduttore della nuova appendice, informa il Cannara circa i prossimi impegni professionali, l’Orvietana, nonostante il gioco a ribasso di noi indigeni, gode di buona fama e l’affare è fatto. Lui ha il diploma da ragioniere ma le attività della famiglia lo hanno sempre attratto: “ Fin da ragazzo, al primo momento libero scappavo in azienda dove, rispetto ai banchi di scuola, ero, veramente, a mio agio. Oddio, prendere le redini aziendali gli incuteva un certo timore, superato dalla voglia di crescere professionalmente. Il laboratorio dove c’accoglie, ai confini tra i comuni d’Orvieto e Castel Viscardo, per vivibilità, rispetto dell’ambiente e sicurezza è veramente una chicca. Operano un bel gruppo signore e ragazze, Mattia appare soddisfatto di come le cose stiano procedendo: “ Effettivamente, il momento del distacco dalle abitudini consuete e il timore per il nuovo, mi davano qualche preoccupazione. Strada facendo, le cose si vanno aggiustando”. Colpisce abbia usato la parola “distacco” che serve a intuire il possesso di valori importanti. I chilometri che lo separano da casa non sono, poi, così, tanti e, appena può, scappa a trovare Matilde e Theo. Matilde è la fidanzata di lungo corso, alla quale, basta guardarlo, tiene moltissimo. Theo, il Labrador, è a pochi passi dall’avere eguale importanza. Il suo mondo extracalcistico è tutto qui, indossare la maglia da giocatore da un piacere diverso. Quando arrivò a Orvieto, all’inizio dell’era Ciccone, la sua presenza passò quasi inosservata. Due gol in una delle prime amichevoli contribuirono a farlo notare per l’ottimo senso della posizione ogni qualvolta si trattava di finalizzare un’azione. Poi, l’inizio della pandemia, la sospensione e l’arrivederci al prossimo anno. Che lui ha iniziato subito bene, benché con un utilizzo spesso par time. Si è adeguato, lavorando sodo per farsi trovare pronto a ogni chiamata: “ Nell’Orvietana, in questa squadra è bello partecipare pur non essendo sempre protagonista. Stiamo vivendo un momento magico e spero duri il più a lungo possibile”. Tolti i gol messi a segno nelle amichevoli ha messo in bacheca cinque reti, tutte importanti: “ La panchina, sia chiaro, non piace a nessuno. Però, se pensi come, a ogni minuto, possa arrivare il tuo momento, è diverso. Stai concentrato, cerchi di capire se, tra i difensori, esista un punto debole, speri in qualche cambio, sostenendo, al tempo stesso, chi sta in campo”. Ciccone, tempo fa, in una conversazione amichevole, sosteneva la validità di Vicaroni per il suo modo di entrare “nella partita”, anche, solo, per pochi minuti. A Sansepolcro avrà dovuto ricredersi. Mattia, impiegato dal primo minuto, ha siglato due gol, entrambi di ottima fattura: “ È stato bellissimo. Eravamo su un campo importante, con di fronte una squadra titolata. Metterla dentro ha rappresentato un piacere unico”. Fino a domenica, metteva la rete segnata all’Ellera, nella giornata inaugurale, al primo posto della sua classifica personale. L’ordine si è, forse, modificato: “Adesso c’è un pari merito. Il gol all’Ellera era stato troppo importante per il risultato, il primo dei due segnati al Sansepolcro lo considero il più bello dal punto di vista tecnico”. Il Perugia lo ha nel cuore, il Milan la squadra cui tiene fin da bambino: “ Anche per tradizione familiare…”. Tra poco prenderà la strada del campo, in preparazione della partita con la Fortitudo Assisi Subasio: “ Sembra facile, ma mai fidarsi. Abbiamo visto com’è finita a Terni, contro una squadra la cui classifica autorizzava l’ottimismo. La prossima è un copia-incolla. Non vogliamo farci trovare impreparati”.

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