“Ripristinare i principi democratici e la tutela delle categorie fragili”. Così scrive Giampiero Micciani in una lettera, che riceviamo tramite pec e pubblichiamo, inviata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro dello Sport Andrea Abodi, al ministro per le disabilità Alessandra Locatelli, al presidente del Coni Giovanni Malagò, al presidente del Cip Luca Pancalli, al presidente della Figc Gabriele Gravina e al presidente Lnd Giancarlo Abete. L’ex vicepresidente vicario del Comitato regionale umbro Figc-Lnd e membro del consiglio direttivo fino allo scorso 30 agosto, torna sul recente rinnovo degli organi elettivi territoriali della Lnd e sulla proposta di rinvio dopo l’assemblea straordinaria della Figc prevista il 4 novembre che era stata avanzata dal presidente dell’Olympia Thyrus Sandro Corsi e rimasta inascoltata: “Risulta evidente che nell’ambito della LND si stia agendo in un generale clima di frenesia e urgenza” dice Micciani. Una situazione che mette in “pericolo la salvaguardia del principio democratico ”aggiunge l’ex dirigente che rispetto alla sua condizione di disabilità denuncia: “In totale spregio della mia condizione, mi è stato in questi anni ripetutamente impedito di partecipare a distanza alle sedute del Consiglio Direttivo di cui sono stato regolare membro”.
LA LETTERA
Illustrissime Autorità in indirizzo,
nell’interesse delle associazioni e società sportive dilettantistiche che fanno capo alla Lega Nazionale Dilettanti (di seguito “LND”) e di tutto il movimento calcistico italiano, avendo ricoperto il ruolo e la carica di Consigliere del Consiglio Direttivo del Comitato regionale Umbria (di seguito “CRU”) sino allo svolgimento delle ultime elezioni avvenute in data 30 agosto u.s., nonché in ragione de1 fatto che sono uomo dedito allo sport e ai valori che quest’ultimo veicola e diffonde, mi trovo nella obbligata necessità di portare alla Vs. attenzione quanto segue.
Come noto, ad oggi non è stata ancora indetta l’assemblea elettiva per la nomina degli organi federali della F.I.G.C. Infatti, l’assemblea elettiva inizialmente prevista il 4 novembre 2024 è stata cancellata e sostituta da un’assemb1ea statutaria straordinaria volta a deliberare su un’importante e profonda modifica statutaria che andrà ad incidere sui “pesi elettorali” delle componenti federali e quindi indirettamente sulle procedure elettive della stessa Federazione, delle Leghe Professionistiche, della Lega Nazionale Dilettanti e dei Comitati regionali di quest’ultima, i quali — si ricorda — esercitano “le funzioni rappresentative della FIGC ad essi delegate dal Consiglio federale o dal Presidente federale nei rapporti con le rispettive strutture periferiche del CONI, nonché in eventuali altri compiti di rappresentanza federale nel territorio di competenza” ai sensi dell’art. 5 co. 3 del vigente Statuto FIGC.
In questo scenario di incertezza, ragionevolezza e prudenza avrebbero suggerito, come peraltro faranno le Leghe Professionistiche, di indire le elezioni delle varie componenti dopo l’adozione del nuovo Statuto FIGC. Così non sarà e la rinnovazione degli organi elettivi territoriali della LND è avvenuta in presenza di uno Statuto FIGC la cui prossima fine è fatto notorio.
Nell’esercizio del proprio doveroso diritto di critica e opinione, risulta evidente che nell’ambito della LND si stia agendo in un generale clima di frenesia e urgenza. Basti pensare che con Comunicato Ufficiale del 1º agosto 2024, è stato richiesto ad ognuno dei Comitati regionali di comunicare alla Segreteria della LND la data di elezione delle proprie assemblee, con 1’indicazione specifica delle tempistiche richieste dal relativo iter, e fissando per tali incombenti due stringenti termini: il primo, che ha imposto ai Comitati regionali la trasmissione della predetta comunicazione, entro soli sei giorni dalla pubblicazione del comunicato e precisamente, entro il 7 agosto 2024 e il secondo, che ha imposto 1’espletamento di tutte le operazioni elettive entro il 16 settembre 2024 e questo, citando testualmente, “per comprensibili ragioni organizzative” (con riferimento evidentemente all’indizione delle elezioni della LND per il giorno 23 settembre 2024).
Orbene, le “ragioni organizzative” saranno state ptir “comprensibili”, ma non per questo anche condivisibili.
Come già legittimamente rappresentato dal Presidente dell’A.S.D. Olympia Thyrus S. Valentino, Sandro Corsi, con lettera aperta inviata all’attenzione del Ministro dello Sport Andrea Abodi, al Presidente del CONI Giovanni Malagò e al Presidente della LND Giancarlo Abete, con cui si chiedeva — giustamente – il differimento l’assemblea della LND ad un momento successivo all’approvazione delle modifiche statutarie da parte della FIGC, ritengo vada ribadito che questo modus operandi sul piano elettorale non pare costituire il miglior modo di rispettare il principio democratico cui tutte le istituzioni sportive dovrebbero ispirarsi.
Non è un mistero che le predette stringenti tempistiche imposte dalla LND per le elezioni regionali abbiano rappresentato un limite. Basti pensare che i potenziali candidati quali poteva essere il sottoscritto, apprese le date di svolgimento delle assemblee elettive soltanto a ridosso delle medesime, hanno avuto serie difficoltà ad organizzarsi e poter quindi prendere parte effettivamente al processo elettorale. Ad esempio, il sottoscritto non ha avuto tempo e modo di ripresentare la propria candidatura. Ma non è certo per questo che scrivo la presente, quanto piuttosto per segnalare che stando così le cose, gli organi dei Comitati regionali della LND, i quali non occorre ricordare si occupano della fondamentale gestione, promozione e organizzazione del cuore del movimento calcistico italiano ossia il calcio dilettantistico a livello locale, saranno costituiti per la durata del prossimo quadriennio secondo procedure elettive che seguono logiche diverse e “superate” rispetto a quelle che informeranno e regoleranno il futuro de1 calcio italiano e delle quali si potrà apprendere solamente in seguito al 4 novembre p.v.
Ciò detto, mi preme evidenziare un altro aspetto che ritengo pericoloso per la salvaguardia del principio democratico, ossia la scomparsa nel Regolamento Elettorale della LND del limite di designazioni per la carica di Presidente di Comitato regionale. Sul punto, ricordo che l’inserimento di un limite al numero di designazioni massime era stata inserita proprio per favorire la competizione elettorale e la democraticità del sistema, evitando che il solo requisito minimo potesse generare una candidatura singola. Evidentemente questa norma era “scomoda” e si è tolta per favorire il “candidato unico”, cosa che è avvenuta ad esempio iti varie regioni quali Umbria, Abruzzo, Sardegna e Friuli Venezia Giulia, come se il concetto di “democrazia pluralista” costituisca un disvalore più che un valore.
Ma vi è di più. Per tutti i componenti di natura elettiva degli organi della LND è scomparso il limite secondo cui un terzo mandato consecutivo potesse svolgersi solo laddove il candidato uscente fosse rieletto con una percentuale non inferiore al 55% dei voti, norma che era stata inserita sempre per favorire la competitività elettorale a nuovi potenziali ! candidati.
Da ultimo, come già ricordato in apertura della presente missiva, mi preme rimarcare che come uomo di sport ho sempre ha dedicato con convinzione e massimo impegno gran parte della mia vita al mondo calcio, come dimostra proprio la fiducia che le società e le associazioni sportive dilettantistiche umbre hanno riposto nella mia persona, eleggendomi quale Consigliere regionale anche nell’ultimo quadriennio. Credendo fermamente nei valori di solidarietà e inclusione di cui lo sport – e in particolare il calcio – è portatore, sono obbligato a dare voce anche ai lati negativi della mia esperienza quale membro del Consiglio Direttivo del CRU, specie ora che, essendosi esaurito il mandato conferitomi, è tempo di bilanci utili per essere posti come base in vista di un futuro miglioramento.
Il sottoscritto è stato affetto negli ultimi circa quindici anni da un’invalidità permanente pari all’85% a causa di un difetto visivo, circostanza che, grazie anche al materiale e pratico supporto delle persone a me care, è riuscita a non costituire un pregiudizio completamente irivalidante per lo svolgimento delle mie attività personali, quotidiane e lavorative durante questo lungo periodo. Ciò non significa, però, che tale circostanza non mi imponesse alcun genere di limitazione: per fare un esempio su tutti, un’azione che ai più risulta semplice e accessibile come guidare e dunque, spostarsi liberamente e a proprio piacimento da un posto ad un altro, a me risultava, invece, inevitabilmente preclusa e vincolata ad una preventiva e accorta pianificazione.
L’uso al passato è per mia fortuna doveroso in quanto grazie ai progressi effettuati in campo medico, mi è stato di recente possibile riacquisire larga parte della capacità visiva a a seguito di un delicato ed innovativo intervento. Il superamento della mia condizione di disabilità però non può di certo cancellare anche il trattamento penalizzante a cui sono stato continuamente esposto in seno al CRU solo per avere evidentemente esposto posizioni diverse da quelle del “pensiero unico presidenziale”.
Infatti, in totale spregio della mia condizione, mi è stato in questi anni ripetutamente impedito di partecipare a distanza alle sedute del Consiglio Direttivo di cui sono stato regolare membro, con conseguente impedimento di partecipare attivamente ai relativi lavori. Nonostante le ripetute richieste regolarmente fatte pervenire prima di ogni riunione e nonostante ciò sia previsto dalle norme della LND, mi veniva negata ogni volta la possibilità di accesso alle sedute consiliari con una modalità da remoto, ossia l’unica che mi permettesse effettivamente di farne parte ed espletare le facoltà e i doveri derivanti dal mio mandato.
Non si tratta però solo di denunciare gli ostacoli che mi sono stati posti davanti per partecipare, ma anche 1’ostracismo subito. Infatti, in occasione delle riunioni del Consiglio Direttivo a cui mi era impedita deliberatamente la partecipazione, venivano verbalizzate nei miei confronti frasi recanti accuse lesive della mia dignità e professionalità, con termini che ritengo offensivi e dispregiativi, senza peraltro che mi fosse concesso alcun diritto di difesa in merito.
Di tali circostanze sono stato reso edotto solo in un momento successivo, in seguito alla lettura dei verbali delle riunioni alle quali mi era stata preclusa la partecipazione. Sul punto, basti notare che la redazione, trasmissione e approvazione di detti verbali è stata per tutto il periodo compreso tra giugno 2023 e febbraio 2024 oggetto di lacune e differimenti, nonostante i miei ripetuti solleciti e richieste di rettifica in tal senso.
Ad esempio, come ho potuto apprendere solo molto tempo dopo, la mia legittima richiesta di modifica del verbale della riunione del 30 giugno 2023, che conteneva inconsistenti accuse di comportamenti scorretti da me tenuti in quell’occasione (come pure decretato in maniera tombale dal provvedimento di archiviazione della Procura Federale per insussistenza emanato a seguito di procedimento disciplinare artatamente avviato al solo scopo di danneggiarmi), era stata del tutto ignorata e disattesa.
E ancora solo mesi dopo, ho appreso di essere stato pubblicamente appellato quale “sabotatore” da un membro del Consiglio Direttivo nel corso dello svolgimento di una riunione a cui non mi era stata – nuovamente – concessa la possibilità di partecipare.
Non ho mai ritenuto che la mia disabilità o l’espressione del mio dissenso meritassero tutele maggiori rispetto ad altri, ma mai mi sarei aspettato che ciò avrebbe generato una discriminazione e una compressione dei miei diritti quale consigliere regionale eletto. Spiace peraltro notare che tutto ciò sia avvenuto nella regione natia di San Francesco, ove tutti gli anni proprio il CRU organizza il Torneo della Pace. Ancora più grave che vengano così nascoste dietro a pseudo atteggiamenti di buonismo, al contrario, gravi e volontarie azioni lesive della dignità umana perpetrate nei confronti proprio di chi aveva difficoltà fisiche, con mero intento vessatorio, ostativo e ghettizzante della persona.
Rivolgo quindi un accorato appello a tutti i destinatari della presente, affinché vengano svolti tutti gli accertamenti, nonché adottatati tutti i provvedimenti e le accortezze che si rendano a qualsiasi livello necessarie, al fine di assicurare ed impedire che in futuro altre persone dell’ordinamento sportivo che si trovino nella mia condizione di disabilità e di minoranza “politico sportiva” siano costrette a subire le medesime intollerabili cessazioni e denigrazioni. Diversamente, non potrà dirsi che le istituzioni sportive rispettino il pluralismo di idee, identità e condizioni di tutti gli appartenenti al sistema calcio.
Il sistema calcio ha urgente bisogno di un radicale e salvifico cambiamento e le sue maggioritarie “forze interne” non rendano verso tale direzione, quanto piuttosto per un mero conservatorismo di privilegi e posizioni. Ad esempio, ritengo sia il momento di abbandonare le logiche di mero opportunismo, ostruzionismo e totale sordità alle legittime e ragionevoli esigenze delle persone con disabilità soltanto perché magari non la pensano come noi in tema di politica sportiva o gestione dei fondi. Solo abbandonando le sterili logiche di divisione e di frammentazione interna in favore di un dialogo costruttivo, si potrà raggiungere lo scopo comune di promozione del calcio e dei suoi valori sportivi.
In chiusura (per ora) della mia attività di consigliere regionale, auspico dal profondo del cuore che le tematiche contenute nella presente lettera siano tenute da conto per il futuro della LND e del movimento calcistico sotto l’egida della FIGC. Ulteriore auspicio è che i destinatari della presente possano leggerle come una critica costruttiva volta a tutelare tutti coloro accesi dalla passione e dall amore per il calcio.
“Lentamente muore chi non capovol ge il tavolo” scriveva la poetessa brasiliana Martha Medeiros. Orbene, io non faccio più parte del CRU ma non smetterò — insieme a tutti quelli che credono che un cambiamento sia possibile — di capovolgere metaforicamente il tavolo.
Ad maiora.
Giampiero Micciani
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