Si parla tanto di prevenzione e di soccorso immediato per gli infortuni nel calcio, associazioni e sponsor privati donano alle società sportive i defibrillatori e poi accadono cose che hanno dell'incredibile. Come incredibile, non trovo al momento un aggettivo più appropriato, è quanto successo ieri al campo Don Bosco della zona Polymer dove si disputava il confronto tra Junior Campomaggio e Atletico Massa valevole per il campionato di Seconda Categoria girone C (nella foto). Ebbene, premesso che l'ASD Junior Campomaggio, ha stipulato una convenzione con il C.I.S.O.M. (Corpo italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta) per la presenza di due operatori con ambulanza e defibrillatore ad ogni partita ufficiale dai campionati giovanili a quello della prima squadra, è successo che l'arbitro, il signor Puzzonia di Terni, non ha autorizzato la presenza ai bordi del campo dei due volontari. La risposta del direttore di gara come motivazione della decisione il fatto che i due addetti al soccorso non sono tesserati. I dirigenti della società sportiva ternana, che pagano di tasca propria il servizio, ovviamente sono rimasti allibiti, perché va sottolineato che non si tratta né di medico né di massaggiatore sociale. Lo Junior Campomaggio ha presentato riserva scritta e inviato un fax chiedendo spiegazioni sia al C.R.U. che alla sezione locale dell'A.I.A.. Cosa può aver indotto l'arbitro a prendere tale decisione? Eccesso di zelo nell'applicazione del regolamento o l'ignoranza dello status dei due operatori? Non è dato saperlo, ma faccio una semplice considerazione. Vedendo i due operatori fuori dal recinto di gioco ho sentito i brividi ripensando a quanto avevo visto poco prima in tv, il terribile scontro di gioco con il portiere del Crotone Secco a terra. Se fosse successo qualcosa di simile ieri si sarebbe dovuto attendere il custode per aprire il cancello di accesso al terreno di gioco. Istanti importanti, forse decisivi, perché si sa che la vita è misurata in frazioni di secondo.