Lunedì sono in programma davanti al Gip di Catania Fabio Di Giacomo, gli interrogatori di garanzia di Antonino Pulvirenti, Pablo Cosentino e Giovanni Luca Impellizzeri e tutti gli altri indagati attualmente agli arresti domiciliari (7 in totale) per l'inchiesta I Treni del Gol condotta dalla Procura di Catania.

Spulciando gli atti e le intercettazioni tra i vari Di Luzio, Delli Carri e Arbotti, prende sempre più corpo l'idea che in più occasioni questi soggetti facessero credere al presidente Pulvirenti dell'avvenuta combine per poi intascare i soldi. Diversi passaggi, nelle intercettazioni, riportano un Pulvirenti a caccia di continue conferme, perchè evidentemente sospettoso, con Cosentino e lo stesso Delli Carri.

Emerge già dopo Latina-Catania 1-2 (partita per la quale è indagato Bruscagin) quando, è scritto negli atti, "traspariva la spregiudicatezza del Di Luzio. In tale occasione, infatti, decideva, in accordo con l'amico Delli Carri, di trattenere per intero tutta la somma ricevuta spartendola solo in parte con quest'ultimo e con Milozzi non consegnando alcunché ad Arbotti". E' qui che emerge per la prima volta la fatidica espressione "lo impolpamo" riferita ad Arbotti. Ma più avanti sarà lo stesso Pulvirenti, suo malgrado, ad essere a sua volta impolpato.

Veniamo a Catania-Ternana 2-0. Ci sono 7.000 euro che l'agente di scommesse Impellizzeri fa giocare sull'1 del Catania dopo aver avuto conferma da Pulvirenti del, citiamo testualmente dagli atti, "buon esito dell'operazione". Ma al termine dell'incontro Delli Carri comunica a Di Luzio di essersi trovato in grande difficoltà in quanto Cosentino e Pulvirenti lo avevano accusato del fatto che i due giocatori (Jens Janse che è indagato e Fabio Fazio, ndr) indicati da Arbotti, secondo loro, non avevano dato sufficienti conferme. In particolare, prima dell'inizio della partita, Pulvirenti, si legge sempre negli atti, "sospettoso, fuori dagli spogliatoi, aveva avvicinato uno dei due calciatori e, richiestagli la conferma della combine, ne aveva invece ricevuto un rifiuto". E' il presunto tentativo di avvicinamento che Pulvirenti fa con Fazio, circostanza smentita dal capitano rossoverde che, ricordiamo, non è nemmeno indagato.

Saputo del tentativo di chiarimento diretto di Pulvirenti, Di Luzio sottolinea a Delli Carri che tale modo di fare era pericolosissimo ("è matto" gli dice) e che in quella situazione il calciatore non avrebbe potuto fornire una risposta diversa. I due dialogavano poi a lungo su cosa avrebbero dovuto riferire ad Arbotti ed erano estremamente preoccupati per il fatto che quest'ultimo avrebbe potuto parlare direttamente con Pulvirenti scoprendo così che la somma di denaro consegnata per l'incontro con il Latina era stata divisa solo tra Di Luzio e Delli Carri. In tale ipotesi, "Di Luzio riferiva a Delli Carri di fare fronte comune negando con fermezza la suddetta circostanza valendo in proposito esclusivamente la loro parola contro quella di Arbotti".

Emergono le prime crepe nel gruppo vicino a Pulvirenti il quale sospetta che in realtà non c'è stata nessuna combine. A quel punto Arbotti chiama Di Luzio da una cabina e afferma invece che dal suo punto di vista tutto si era svolto come doveva e che la partitia si era conclusa positivamente. Il giorno dopo la partita (25 aprile) continuano le conversazioni telefoniche tra Delli Carri, Di Luzio e Arbotti. Parlano della circostanza in cui Fazio avrebbe risposto negativamente alla domanda di Pulvirenti che gli chiedeva di confermare di essere stato avvicinato per favorire la squadra siciliana. Tanto che Delli Carri, già nel corso della tarda serata della partita, chiedeva all'attaccante del Catania Calaiò se Pulvirenti avesse chiesto conferma della combine pure a lui tra il primo ed il secondo tempo.

Di Luzio sottolinea a Delli Carri l'errore "evidente" compiuto da Janse nell'azione che porta al 2-0 di Castro. Arbotti, dal canto suo, si adira moltissimo per queste critiche rivendicando l'efficacia del proprio operato. Di Luzio rincara la dose lamentandosi con Delli Carri del fatto che "non ci si poteva tirare indietro economicamente dopo che erano stati presi precisi impegni con terze persone" arrivando perfino a dire di essere disposto a parlarne pure direttamente con Pulvirenti. Arbotti infine sottolinea che non si poteva "buttare a mare tutto andando per i cavilli". In sostanza, vittoria del Catania doveva essere e vittoria del Catania è stata. Che importa se poi Lina e Jessica (alias Janse e Fazio) abbiano o meno "partecipato alla festa". Il machiavellico ragionamento conduce Delli Carri e Di Luzio a farsi forza che il risultato del campo e qualche incertezza di Janse (che peraltro nemmeno giocava nel suo ruolo) sarebbero bastate per sfangarla agli occhi di Pulvirenti.

Tanto che negli atti sono riportate perfino le pagelle dei due giocatori prese da alcuni siti internet e mentre Janse è giudicato intorno al 5, Fazio (che pure lui giocava fuori ruolo) se la cava con la sufficenza. Peraltro le pagelle sono anche inesatte perchè, citiamo testualmente dagli atti, di Janse viene riportato che "si fa beffare da Maniero in occasione del primo gol" mentre in marcatura sull'attaccante che porta in vantaggio il Catania a fine primo tempo c'era, come si vede dalla foto, Valjent.

E' questo al momento l'unico elemento che spiega l'inserimento dell'olandese tra gli indagati. C'è una pagella che contiene un grave errore di fondo e una serie di telefonate in cui personaggi che miravano a fregarsi anzitutto fra di loro millantavano di poter convincere questo o quel giocatore. Per il resto, di intercettazioni con i calciatori o con loro procuratori che potrebbero aver preso i soldi, ancora nemmeno l'ombra.

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