L’Orvietana riordina il make-up per migliorare il suo charme nell’ambito del campionato d’Eccellenza. C’è un ritorno, quello di Mario La Cava, già biancorosso nella stagione 2004-2005, quando c’erano Alvaro Arcipreti e Roberto Borrello, che il centravanti seguì poi a Gualdo, alla gestione dei comandi. Arrivava dal Todi, dove aveva perso un po’ di confidenza con il gol, per rifarsi con la maglia dell’Orvietana grazie a un bottino di 21 reti. Un bel trampolino di lancio per il futuro, aveva allora ventitré anni, che lo destinò ad inserirsi tra i più ricercati globe trotter del pallone. Considerando quella del Cannara, casacca che indossa tuttora, l’oggi trentaseienne avellinese, ha cambiato venti maglie e messo a segno oltre 160 reti. Altra particolarità, Mario è tornato spesso in società, dove aveva militato in precedenza e questo la dice lunga sulla schiettezza del soggetto e sulle sue capacità d’inserimento. Se sta bene, come sembra, è il giocatore esperto a far quadrare il bilancio realizzativo dell’Orvietana. Dal punto di vista estetico, calcisticamente parlando, non è il massimo, è molto concreto, quanto scaltro nelle giocate che portano profitto. Disponibile da subito, potrà essere utilizzato con la prossima riapertura del mercato.

Lo staff tecnico valutava prioritario l’arrivo di un attaccante, anche carismatico, considerando le non perfette condizioni in cui sono venuti a trovarsi Polidori e Mouaha. La Cava non arriva da solo. Insieme con lui c’è un giovane di belle speranze, Francesco Spatoloni, umbertidese, classe 1998, per impolpare il gruppo degli under. Il suo ruolo è quello del difensore di fascia, preferisce la zona di destra è ben messo fisicamente, metterà, finalmente, Fatone, nella condizione di avere qualche opportunità in più circa la posizione degli under fra gli undici titolari scelti.