Torna la Rieti –Terminillo, 53^ Coppa Carotti. Più di 13 Km, dove servono tanti cavalli e il coraggio di tenere il piede sempre giù. Il numero degli iscritti non è eccessivo, ma con le Storiche va a comporsi un bel pacchetto, senza dimenticare alcune partecipazioni importanti di piloti che primeggiano nelle classifiche del CIVM. Ci sono anche nove orvietani, disponibili a non recitare il ruolo di comprimari. Enrico Manucci è l’unico comprensoriale a cimentarsi fra le vetture datate. Valentino Polegri e Giulia Gallinella sono, come solito, nel gruppo delle RS più numeroso. Hanno iniziato bene il lavoro, mettendone dietro parecchi ad Ascoli e proveranno a ripetersi. Discorso identico per Rodolfo Lorenzini, nella classe 1600. Arriviamo a Michele Mocetti, che di avversari ne ha meno, possiede ottime doti nella memorizzazione del percorso che potrebbero rivelarsi utili per guastare la festa ad un’Honda Civic, diretta concorrente della sua Clio 2000. La foto che vedete inquadra molto bene la situazione di Daniele Pelorosso. La Clio Proto E1 Italia è ancora sotto i ferri, con i medici che provano a risolvere i problemi all’elettronica responsabili della prestazione non super di Ascoli. E’ una lotta contro il tempo, però la squadra di Bardano confida di farcela. Assente, anche a Rieti, Luca Giovannoni. Ottimo padre di famiglia ha preferito restare a casa per festeggiare il compleanno. Auguri. La scuderia MPM porta due macchine, affidate, rispettivamente, a Damiano Manni e Marco Berardi. La Gloria B5 Evo si spera porti gloria ad Alessandro Caprioli. Il castiglionese ci sta prendendo gusto ed è arrivato il momento per un risultato importante. Che è anche nei pensieri di Michele Fattorini, dopo i tantissimi elogi per il secondo posto al Bondone. L’obiettivo rimane quello di mettere insieme chilometri. La forma migliore sta arrivando e la FA30 si va perfezionando dopo il montaggio dell’ultimissima versione del cambio al volante. Quello ideato dall’ing. Diego Iodice, fondatore e capo della Teknogear è un sistema completo di attuazione per cambi sequenziali. E’ completamente elettronico, con attuatori ad alta potenza per garantire una grande coppia, unita a un’alta velocità lineare. Gli stessi, consentono, inoltre, ripetizioni di movimenti in sequenza ravvicinata sempre identiche, caratteristica fondamentale soprattutto nelle scalate. Quindi, Michele Fattorini e gli altri big delle salite fruiscono di una velocità superiore a quella con cambio tradizionale nell’esecuzione di una cambiata, in quanto il sistema Teknogear è fissato al volante, al quale entrambe le mani del pilota restano sempre attaccate. Tradotto, ad ogni cambio di marcia si guadagna qualche millesimo di secondo. Fattorini, cliente abituale della Teknogear, sperimentò per la prima volta il sistema ai tempi in cui correva con la formula 3000. Ne ha seguito l’evoluzione e, al Bondone, ha utilizzato la versione aggiornata proposta da Iodice. C’è stato anche questo nell ‘ottimo tempo in gara, 9’32”41, fra i primi cinque nella storia della Trento – Bondone, Università delle corse in salita.

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