«Estro, potenza, tecnica. Quando Ale tira, s'illumina tutto». Così Mariavittoria Cozzella, attrice e regista nonchè compagna di Alessio Foconi, difendeva il campione di scherma ternano dopo la finale per l'oro a squadre alle Olimpiadi di Parigi. Un assalto maledetto e sfortunato quello contro il Giappone per il bravissimo schermidore ternano che subì un parziale di 0-5 risultato poi decisivo in favore dei nipponici. Il web fu impietoso, ma a «parare e rispondere» agli haters ci pensò prima di tutto Mariavittoria e poi l'intero mondo sportivo ternano, consapevole della grandezza sportiva di Alessio e ancor più di quella umana.

Da quella delusione, Foconi è stato capace di rialzarsi e non arrendersi ai suoi 35 anni. Anzi, ha preso tutti in contropiede: «Sto già pensando a Los Angeles 2028» annunciò subito dopo. Quasi tutti, in realtà. Perchè nessuno di quelli che lo conoscono bene sin da piccolo, dal maestro Filippo Romagnoli al presidente del Circolo Scherma Terni Alberto Tiberi, ha mai pensato per un solo attimo che non fosse davvero una cosa possibile e realizzabile. Non l'ha pensato nemmeno Simone Vanni, il nuovo ct del fioretto, che ha puntato deciso su di lui, cuore e anima del gruppo con gli inossidabili compagni Bianchi, Marini e Macchi.

E indovinate un po' com'è ripartito Alessio dopo quella maledetta finale olimpica con il Giappone? Con l'oro in Coppa del Mondo a Tunisi a squadre, poi la doppietta (oro individuale e oro a squadre) sia a Takasaki che successivamente a Parigi, dove ha centrato il terzo successo individuale in carriera. E ancora oro a squadre a El Cairo e argento sempre a squadre a Vancouver. «Mi pongo un obiettivo alla volta, gara dopo gara e sono sereno» ecco il motto di Foconi, il segreto del successo, il mantra magico che lo fa volare in pedana e nella vita. O forse, semplicemente, Alessio è un campione di straordinaria grandezza, umana e sportiva.

Una campione che Terni, la sua città che lui ama tanto, giustamente ha difeso e coccolato nei momenti difficili e che adesso altrettanto giustamente lo celebra. Come farà la sua seconda famiglia del Circolo Scherma Terni sabato sera alla tradizionale cena di gala, dove manco a dirlo sarà l'ospite più atteso. Ospite in senso lato, perchè lì Alessio è di casa da sempre. Quando era un «bardascetto» iper attivo e quando poi è diventato un campione. Mai cambiato di una virgola: gentile, disponibile, sorridente, positivo anche di fronte alle durezze della vita come la scomparsa del papà a cui dedica ogni vittoria con l'hashtag #dajepapè.

Le prime parole dopo il trionfo europeo di Genova, terzo oro continentale dopo Dusseldorf 2019 (individuale) e Antalia 2022 (squadre) sono state per i compagni: «Siamo veramente coesi, riusciamo a trovare ogni singolo momento uno spunto. Anche solo uno sguardo a bordo pedana ci rasserena. Possiamo tirare bene o male, ma il valore aggiunto è sapere che riusciamo ad aiutarci a vicenda». Poi, col suo stile, ha messo il timbro sui social: «Mi sono divertito bardasci miei, soprattutto perché oltre ad essere campione europeo insieme a voi ho vinto anche il sondaggio del più stiloso, meglio di così non poteva andare».

Perchè Alessio, appunto, è un campione versatile. Con quell'estro che lo fa brillare in pedana come farà sul palco, attesissimo attore d'eccezione il prossimo 28 giugno all'Anfiteatro Fausto dello spettacolo portato in scena dalla sua compagna Mariavittoria. Perchè quando in scena c'è Ale «s'illumina tutto».

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