È calato il sipario sulla Castellana Tricolore, edizione n. 48, dalla quale l’immagine d’Orvieto, nel suo insieme, riscuote un successo clamoroso. Sul piano sportivo s’impone il migliore, Simone Faggioli, che rappresenta il meglio fra gli specialisti delle salite in Italia e in tutta l’Europa. Su quello organizzativo vince l’Associazione della Castellana, oltremodo efficiente nell’elaborare e mettere in pratica un progetto, rivelatosi perfetto in tutti i particolari. La bellezza e la centralità, le vie di comunicazione che la toccano, l’adeguato piano di accoglienza predisposto, la tipicità di un tracciato invidiabile, hanno concorso a lievitare i consensi riguardo alla Città del Tufo. Si trattava di una finale nazionale, sono arrivati concorrenti, con tanto di supporter al seguito da ogni parte d’Italia. Un folto gruppo di appassionati, proveniente da Popoli (PE), ha scelto il pullman, quale mezzo per la trasferta, con partenza alle 3.00 di notte dalla cittadina abruzzese, portando calore e colore sulla tribuna naturale al bivio d’Osarella. Alle 12.00, sono arrivati gli arrosticini, a cottura espressa, offrendo un assaggio a ogni spettatore che gradiva. Vicino a loro, un secondo gruppo, a rappresentare tutta la Sicilia, da Comiso a Trapani. Più generazioni ad accomunare la passione genuina e profonda per lo sport motoristico capace di risvegliare, anche in noi orvietani, il piacere di vivere bene un avvenimento agonistico.
La tre giorni era iniziata con la presentazione ufficiale dei piloti finalisti TIVM, in piazza degli Aceri, a Ciconia, alla quale nessuno era voluto mancare. La consegna a ciascuno di una medaglia ricordo su iniziativa di Deborah Broccolini, i saluti dell’Assessore allo Sport, Carlo Moscatelli, del Capo Ufficio stampa di Aci Sport, Rosario Giordano, del Presidente della Ass.ne Castellana, Luciano Carboni, l’inno nazionale a ricordare la titolarità dell’evento, erano serviti a portare a temperatura i protagonisti.
Innalzatasi con le prove del sabato e provabile con qualche svarione di troppo nelle due manche, disputate con il sole, quella del mattino e una breve, quanto fastidiosa pioggia l’altra a penalizzare quei conduttori che correvano per la prima volta a Orvieto o, comunque, tutti quelli con la necessità di svolgere verifiche più approfondite alle macchine. Stefano Di Fulvio, già vincitore di una Castellana “storica”, si rivelava il migliore.
Domenica soleggiata, preceduta dalla levataccia, causa l’orario di chiusura del percorso, compatibile, per forza di cose, con l’accorciarsi del soleggiamento e l’alto numero dei concorrenti (186 dei 202 iscritti). Balzava subito agli occhi la qualità del parco macchine e piloti rispetto al passato, in particolare per il modo di aggredire la strada da parte di una buona parte degli esordienti sulla salita di Orvieto. Non c’è gran pilota senza una buona macchina, guidata, però, da mani esperte. Non mancavano “numeri” fuori programma, causa la bassa temperatura e l’asfalto freddo e un po’ umido, per mettere alla prova l’impianto di Sicurezza che rispondeva, puntualmente a ogni sollecitazione. Stefano Di Fulvio si confermava al vertice, Diego De Gasperi restava in agguato, Simone Faggioli dava inizio alla sua rimonta, Michele Fattorini, lontano e tante piccole cose ancora da sistemare sulla sua Lolita. Guai che diventeranno più grandi nella discesa di ritorno, semiasse rumoroso e fuoruscita d’olio sotto la pedaliera, da costringerlo al ritiro. Matteo Capuano, ex pilota e preparatore fra i più noti della Sicilia, da attento e competente osservatore, si gode la performance di Samuele Cassibba, suo allievo e assistito per poi compilare la graduatoria personale dei tracciati per le corse in salita:” Sai che ti dico? Metto, questo d’Orvieto fra i primi cinque e, mi chiedessero una classifica più precisa addirittura tra i primi due”. La statura del personaggio incute rispetto e ne facciamo, gioiosamente, tesoro.

Il pubblico, che ha risposto in massa, presenziando alla corsa, si frega le mani in attesa di gara 2, decisiva per l’assoluto, per le classifiche di classe, gruppo e per quelle, più importanti, che attribuiranno i titoli TIVM per la prima volta nella storia delle cronoscalate.
In cima, dopo l’arrivo, è pronta la zona premiazioni che saranno effettuate in loco, trenta minuti dopo la pubblicazione di ciascuna classifica. C’è il sole, ma spira un vento di tramontana che, però, non raffredda gli entusiasmi. C’è il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, ad elogiare l’importanza dell’evento quale veicolo per la promozione della Città. Coppe e Trofei per tutti i vincitori, iniziando dalla gara delle Storiche. Danny Zardo non si smentisce ed è primo, alla guida del Prototipo Giada (1988) con telaio al carbonio. Alle sue spalle, il neo Campione Italiano Assoluto , Filippo Caliceti, anche lui autore di un’ottima gara. Sul podio Enrico Manucci, secondo, dopo la paura per l’uscita di strada nelle prove, così pure Marco De Palma, argento con la Porsche 924.Nella pausa che segue, il Sindaco consegna a Tommy Ubaldini, giovanissimo driver delle due ruote, una targa-ricordo voluta dal Comune, quale riconoscimento al primo posto del ragazzo nel Campionato ASI Moto – zona Centro e l’ottimo piazzamento, sesto, nella recente finale nazionale di Ortona. Il parco chiuso comincia a riempirsi, riprendono le premiazioni. Della trentina di piloti orvietani presenti, ne vanno a podio un discreto numero. Mirko Schiavo bagna l’esordio con un ottimo secondo posto di classe, Luca Chioccia, con motore nuovo, e Valentino Polegri fanno benissimo. Entrambi sotto i 4’, occupano la prima e seconda mattonella nella RS Plus 1.4, Mattia Chioccia è buon terzo con la Saxo VTS. Altro bronzo quello conquistato dal Comandante Stefano Spagnoli, per il terzo posto nella classe Prod e 2000. Il pieno, lo fa Gabriele Bissichini, animatore del team Race Project, preparatore di professione e pilota per passione. Si aggiudica, a mani basse, le due classifiche del PROD S. Quella della classe 2000 e quella di gruppo, in una giornata veramente trionfale per lui e rimane in attesa della pubblicazione delle classifiche finali TIVM dalle quali potrebbe arrivare un’altra, gradevolissima sorpresa. Luca Giovannoni, tra gli altri, con il tempo di 3’14”14, segnato in gara due, è il più veloce orvietano in gara. “Meglio di niente – dirà alla fine”. La fortuna ha voltato le spalle anche a Filippo Ferretti, motore ammutolito alla partenza di gara due, Alessandro Caprioli che non ha preso il via dopo buone prove, G. Graziani per un incontro ravvicinato con rotoballa, Fabio Pelorosso ritirato, già sabato, per problemi al cambio. Riccardo Trippini e Michele Mocetti, inseriti in una classe di ferro, sono rimasti ai piedi del podio. Riccardo, quarto, non ha rimpianti: “Ho dato tutto me stesso, non ce l’ho fatta. Andrà meglio più avanti”. Michele è giunto pochi centesimi da Riccardo. L’ottima conoscenza del percorso non è bastata. Forse, a fare la differenza, è stata la poca abitudine a gareggiare con continuità. Tesi, che sposa Giulia Gallinella, nella classifica subito dopo Michele. Massimo Mocetti, il decano, aveva quale obiettivo il divertimento e così è stato. Andrea Bonifazi, bene in prova, ha leggermente esagerato in gara 1, girandosi all’uscita da un tornante. Podio perso, ma, almeno, un tempo, più che discreto, in gara 2. Luca Ciuco, seconda esperienza alla Castellana, si conferma pilota regolare. È quinto, in una classe con diversi pezzi forti. Quattro orvietani occupano la classifica di Gr. RS 1.6 dal quinto all’ottavo posto. Andrea Pepè, terzo esordiente dopo Schiavo e Prosperini, è il primo della lista. È andato molto bene per essere un novizio, contenendo il distacco da quelli avanti, più esperti. Lo seguono Domenico Bordino distante 15/100, Leonardo Angelucci e Gianmario Marrocolo, racchiusi nello spazio di poco più di un secondo. Marina Pasqualoni ed Enrico Pascucci chiudono, abbastanza distanti,
Tra una premiazione e l’altra il Panathlon Orvieto, rappresentato dalle sorelle Lucia e Rita Custodi, rispettivamente Presidente del Club di Orvieto e Governatore dell’Area x, omaggiano di riconoscimento, Ilaria Prosperini, anche lei all’esordio nelle Cronoscalate, quota rosa, molto determinata per aver portato a termine la gara, senza errori e miglioramenti cronometrici consistenti.

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