Aveva ragione il d.s. Severino Capretti, nelle dichiarazioni di commento alla partita con il Monterosi: “Questi ragazzi sembrano essere sempre pronti ad andare alla guerra”, con riferimento allo spirito battagliero, emerso nel confronto con la compagine laziale, costruita per tentare la scalata alla Lega Pro. Atteggiamento, riproposto pari pari, nella parte finale dell’amichevole con il Chiusi, terminata 3 a 1 per i biancorossi, dopo il momentaneo allungo della squadra chiusina. Non c’erano davanti semi prof, ma una formazione giovane, iscritta alla Promozione toscana, dopo il declassamento per il clamoroso scandalo di un paio d’anni fa nel calcio dilettantistico della regione limitrofa. Tra l’altro con dentro Mirko De Francesco, ex di lusso, che quando sente il profumo dell’erba al Muzi, diventa incontenibile. Fiorucci, ampiamente soddisfatto del lavoro svolto in questo primo ciclo, dichiara che, d’ora in poi il lavoro sarà imperniato verso la ricerca della miglior condizione. Non manca, anche lui, di elogiarne l’atteggiamento, sbilanciandosi, una tantum, in un elogio per Alessandro Lanzi. Il ragazzo di Torre Alfina, cresciuto in una famiglia dove il calcio è presente come il pane quotidiano, è probabilmente la sorpresa più gradita dell’inizio stagione. Capita, in più d’una occasione, d’andarsi a rivedere la data di nascita, 2002, tanta è la personalità e il suo modo di stare in campo. Regge anche la botta, in un ruolo, quello di difensore centrale, fatto apposta per uomini duri. Il tecnico afferma, giustamente, di non sapere se e per quante partite ufficiali potrà essere utilizzato, ma sembra pronto a scommettere sul figliolo del Presidente di Confindustria Orvieto, Francesco. Non è, ad ogni modo, da solo, perché i più giovani, sapendo che si è al momento di tirare le prime somme per la composizione della rosa, c’hanno dato giù di brutto, nessuno escluso. Cruciani ha firmato la parità e arrotondato il risultato, Marsili ha segnato il gol del primo vantaggio. La formazione proposta all’avvio era molto sperimentale. Assenti Danieli e Mortaroli alle prese con un affaticamento muscolare, Bricchetti con qualcosa di più a lungo termine che viene monitorato dallo staff, Dida e Beccaceci in permesso speciale, c’era spazio per i ricami di Idromela, almeno fino alla durata del filo. Locchi faceva il gustatore, altrettanto importante il lavoro di Marchi, molto presente nel vivo del gioco. A Perquoti, Giurato e Menghinelli carta bianca per offendere, assolto in maniera discreta, ma poco lucida negli atti conclusivi. Una sbracciata galeotta costringeva all’abbandono Menghinelli e, con un assetto leggermente diverso, la spinta biancorossa calava in efficacia. Il Chiusi, costretto a chiudersi, metteva il naso fuori solo nel finale di tempo, dando modo di annotare come, Riccardo Perquoti stia tornando la serranda che si conosceva. Di seguito, una seconda frazione un po’ più sparagnina, con tono agonistico in crescita e un Chiusi, trascinato da Di Francesco, meno rispettoso delle gerarchie. Il bomber romano riusciva a procurarsi, scaltramente, il rigore dello zero a uno, realizzandolo, poi, di potenza, con l’Orvietana in momentaneo, leggero affanno. Fino all’esplodere della reazione, per evitare una sconfitta ininfluente ma, ad ogni buon conto, fastidiosa.

Foto Orvietana Calcio

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