“Sono un bravo ragazzo, educato, ma non sono un pirla…”. Ci tiene a mettere i puntini sulle i Luis Jimenez, e lo fa prendendo in prestito l’ormai celebre frase con cui il tecnico portoghese si presentò alla stampa appena arrivato a Milano. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, il centrocampista cileno si toglie qualche sassolino dalla scarpa. E’ il giocatore meno utilizzato di tutta la rosa nerazzurra, sceso in campo in appena cinque partite, solo due da titolare. “A volte rispetto ed educazione vengono scambiati per mancanza di personalità, non ho parlato prima per non turbare l’ambiente durante la sfida di Champions League. Io sto bene da prima di Natale, il problema muscolare di autunno è acqua passata e non può essere sempre tirato in ballo. Di sicuro avrei meritato qualche chance in più, è come se fossi stato bocciato senza nemmeno scendere in campo. Sono fuori per scelta tecnica, ma non mi sento inferiore a chi gioca”. Deluso da Mourinho? Sembra proprio di sì. “Ero uscito ottimista da un colloquio avuto di recente, ma evidentemente non ho capito il suo pensiero. Negli allenamenti mi sento quasi un fantasma, chissà dove ho sbagliato, di certo io ho dato sempre il massimo”. Il futuro sembra ormai lontano dall’Inter. “Già a gennaio avevo avuto molte offerte, ma mi hanno detto che ero importante qui. Un altro anno così non ho intenzione certo di passarlo. Per ora voglio almeno riuscire a lasciare un segno in questa stagione, ora come ora penso solo allo scudetto”.

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