Il COVID 19, maledetto, priva l’Orvietana di una figura importante, nella storia recente della Società. Severino Capretti, il giovane direttore sportivo arrivato a Orvieto carico d’entusiasmo e dotato delle migliori qualità per ricoprire un ruolo, da sempre molto delicato, si è visto costretto ad alzare bandiera bianca. Non perché colpito dal virus direttamente, bensì danneggiato, di riflesso, dalle cause indotte dalla pandemia. Con tutta la famiglia gestisce un’attività di ristoro, agriturismo, da ormai tre mesi a cancelli chiusi per la mancanza assoluta di lavoro. E’ arrabbiato, come tutti quelli che operano nel settore della ristorazione, aspettava provvedimenti diversi, che non sono arrivati, si è visto costretto a ridisegnare la strategia del lavoro, dalla quale il tempo dedicato all’Orvietana è rimasto escluso per forza di cose. Lascia con il rimpianto di non aver goduto appieno di quello che i 110 anni di storia biancorossa possano fornire a chiunque abbia il piacere di vivere le avventure di una Società dilettantistica.

“La mia non è stata una decisione facile. Ho avuto il magone per quindici giorni – afferma – prima di decidermi a prendere il telefono e comunicarla al Presidente. A Orvieto ho vissuto un’esperienza fantastica e conosciuto persone altrettanto straordinarie, ognuna delle quali mi ha arricchito di un qualcosa.. Vivere un ambiente che trasuda di storia, è veramente speciale. Lo dice uno ancora giovane, ma che prima di arrivare a Orvieto aveva avuto esperienze in molte altre realtà calcistiche. Ringrazio il Presidente, i miei compagni di viaggio, la stampa e tutte quelle persone con le quali ho avuto frequentazioni. Voglio aggiungere un’altra cosa, indirizzata agli sportivi, che possa servire, spero, acché siano più vicini alle sorti della Società e della squadra. Forse, non possiedono la giusta cognizione di quanto conti, per Orvieto, il valore di una Società come quella biancorossa”.

Parole spontanee, che dette da persona arrivata da fuori, assumono un significato davvero particolare. Severino, con tutta probabilità, entrerà nell’organico dei Monti Cimini. Società, la cui sede dista poco più di venti chilometri dal suo luogo di residenza, una distanza compatibile con le attività di padre e di ristoratore. Auguri.

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