Ludovica Chiasso, nome da appuntare, in particolare per chi ama il calcio. E’ giovanissima, ha talento per essere definita più che una promessa, possiede una determinazione ferrea, porta un cognome, di per sé, garanzia. Va anche detto che viene da Monterubiaglio, paesino sul colle, dove, non sono buoni soltanto il vino e l’olio ma anche i calciatori. Mirko, papà di Ludovica ne è esempio classico, senza dimenticare il cugino di Mirco, Pier Paolo e Massimo Bartolini, eletto quale miglior giocatore dell’Eccellenza negli anni ’90. Ludovica ha meno di quindici anni ed è approdata, recentemente al Perugia Calcio, dopo aver vestito la maglia dell’Orvietana per sei stagioni. La Società del capoluogo regionale ha un settore femminile fiorente, mentre, all’Orvietana, la ragazza ha sempre giocato assieme ai pari età dell’altro sesso. Una coabitazione – ci dice – nella quale i più stupiti erano sempre i maschietti, molto spesso superati in abilità dalla figlia di Mirko. Che, adesso, ha iniziato a ‘camminare’ da sola, senza dimenticare il modo in cui, papà e mamma, hanno sempre assecondato la sua passione: “Nata spontaneamente – racconta – calciando la palla contro il muro, dentro casa, quando la madre riposava”. Mamma Eleonora, da sempre vicina a Mirko e per questo abituata alla convivenza con il pallone, lasciava stare, presa dall’entusiasmo con la quale la bambina trascorreva ore su ore, dilettandosi con la sfera: “Confesso che, anche per me, il calcio non ha mai significato ‘sopportazione’ – afferma la signora, lo ho sempre seguito e continuo a farlo volentieri”. La prole di Mirko è composta di due ragazzi, Matteo, più grandicello, a differenza della sorella pratica il calcio per puro diletto. A casa si tifa Juve e questa, probabilmente, è stata un’imposizione silenziosa voluta dal padre. Ludovica frequenta, con profitto, il Liceo Scientifico ed è molto attenta a come si muove il mondo. Afferma che, del COVID, ha un “timore controllato” nel rispetto delle regole, si sta rendendo conto come, anche nel sistema pallone le cose siano cambiate molto e disapprova le esagerazioni dei coetanei. Ascolta molta musica, con una passione speciale per la cantante USA, Billie Eilish. Fare calcio comporta più di una rinuncia e chiedo a Ludovica, se e quanto ciò le pesi: “Assolutamente no. Almeno in questa fase della vita vivo per il calcio e mi va bene così”. Il trasferimento al Perugia, dove ha già iniziato con l’Under 15, appesantisce, gioco forza, la giornata della studentessa. Per ora si allena tre volte la settimana, più i viaggi in occasione delle partite: “Il campionato, causa l’emergenza, non è iniziato e, per adesso, solo allenamenti e qualche amichevole”. La squadra è stata inserita in un girone nel quale figurano molte compagini laziali. Mirko, che chiusa la carriera agonistica era stato pronosticato quale valente allenatore, è l’autista designato ad accompagnare la calciatrice: “ E’ una cosa che faccio più che volentieri. Mio padre, Mario, ha sempre fatto lo stesso, fin da quando ero bambino. Faccio altrettanto e, come lui con me, non voglio negare niente a Ludovica. Mi piace assecondare la sua passione”. Chissà se sarà un padre di quelli che invadono il campo:” No, no – risponde subito Ludovica – parliamo molto, esprime il suo parere, mi da dei consigli. Tutto qui. Non va oltre”. Degli anni trascorsi all’Orvietana, ricorda il primo successo in un torneo, quando, per la prima volta, si gustò un successo, alzando la Coppa: “ Veramente una bellissima emozione – esclama”. A Perugia, è la prima volta che le capita di trovarsi assieme a tutte ragazze: “La Società mi è parsa ben organizzata. Abbiamo un allenatore e due tecnici a seguirci costantemente. Peccato aver giocato poco, fino ad adesso, con l’emergenza che prosegue”. A suo giudizio, nell’ambiente del calcio femminile, c’è maggiore sportività con le avversarie e la cattiveria è solo agonistica, che è poi, quella giusta. Il suo primo ruolo, in campo, è stato quello da terzino. Ha poi giocato più avanti, esterna di fascia, adesso, il nuovo allenatore la sta valutando quale punta. Una sorta di jolly, prerogativa esclusiva di quelli che possiedono le qualità. Ha tanta considerazione per la nostra Nazionale femminile – Le ragazze sono sempre più brave – segue le azzurre da tifosa e non perde una partita della serie A, tra quelle trasmesse dalla televisione. Parlando con lei, emerge la grande voglia d’imparare che sembra possederla: “ Mi rendo conto d’essere solo all’inizio e la strada da fare è lunga. Ma non è un problema, anzi….” Questa è Ludovica Chiasso, ragazza determinata, con un obiettivo preciso che farà di tutto per non fallire.

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