Domani è il grande giorno che certifica il ritorno dell’Orvietana in serie D. Alle 15.30, in uno stadio Muzi imbellito, il signor Silvio Torregiani di Civitavecchia, in un impianto tutto esaurito, fischierà il calcio d’inizio ai primi 90’ ufficiali. La prevendita dei tagliandi, nel capoluogo aretino, è andata oltre ogni più rosea previsione. Ai primi quattrocento, subito polverizzati, ne sono stati aggiunti ulteriori duecento. Considerando la curiosità e l’interesse di molti addetti ai lavori, comunque estranei alle due città, è quasi matematica il raggiungimento del limite della capienza.
L’Orvietana arriva all’esordio dopo due forti squilli in Coppa, gli amaranto hanno chiuso il precampionato vincendo per due a zero con la Lucchese. La formazione di casa si presenta molto rinnovata, altrettanto quella aretina dopo aver praticamente azzerato l’organico una volta perso lo spareggio play off con il Gavorrano. Lo staff dell’Orvietana ha puntato la campagna acquisti nella ricerca di calciatori “affamati”, vogliosi di mettersi bella evidenza nella nuova categoria, concedendosi soltanto il lusso di affidare la maglia numero nove a Simone Tomassini, bomber che, fino ad adesso, non sta tradendo le aspettative. L’organico dell’Arezzo, costruito appositamente per vincere, comprende nomi importanti per il campionato di competenza, oltre a pezzi pregiati che farebbero la loro figura nella serie superiore. Un solo esempio, per tutti, Luca Castiglia, centrocampista centrale, con nove campionati in serie B. L’allenatore dell’Orvietana è Gianfranco Ciccone da Somma Vesuviana. Dopo sedici anni di residenza a Orvieto si considera rupestre a tutti gli effetti. Con l’Orvietana ha concluso la carriera di calciatore per poi passare nei ruoli tecnici, fino ad essere chiamato dal Presidente, Roberto Biagioli, suo scopritore e estimatore, alla guida della prima squadra. Va detto come, in tale mansione, sia riuscito a convincere anche gli orvietani più reticenti, facendo uso degli strumenti che sa usare meglio. Trasmette, chiaramente, ciò che desidera, ai giocatori, sa ergersi a sicuro punto di riferimento, ha le idee chiare sul modo di giocare, difficilmente sbaglia il posizionamento degli uomini a lui affidati. Pure per lui la serie D è un test importante. Continua a predicare e, ormai, ci ha quasi convinti, di essere tecnico ancora in fase di apprendistato, il cui cammino è ancora lungo per realizzare il sogno che, magari, ha in testa. Nell’ultima chiacchierata, ha riaffermato un altro concetto: “La mia deve essere una squadra operaia, disponibile a dare il massimo dal primo all’ultimo minuto”. Ha ben chiaro il compito che attende, confida nel miglior ritmo dei suoi, per i due impegni ufficiali, giocati e vinti, nelle gambe. Deciderà la formazione domani mattina, una volta chiarito qualche piccolo dubbio. Ma, riflettendo su alcune delle sue parole, non dovrebbero esserci grossi stravolgimenti a quanto visto fino ad ora.

TESSERATO IL 2002 IBRAHIM TRAORE'

Proprio alla vigilia della prima gara di campionato, l’Orvietana tessera il giovane attaccante centrale Ibrahim Traorè (nella foto). Classe 2002, il ragazzo, di nazionalità francese, va ad allungare l’elenco degli under in rosa.

Forte dei suoi 193 cm di altezza e dell’esperienza accumulata nella Primavera della Spal, dove giocava nella scorsa stagione, sarà sicuramente di valido aiuto. Traorè era arrivato ad Orvieto già da una decina di giorni, gli allenamenti sostenuti hanno convinto lo staff tecnico a tesserarlo.

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