Anche le belle storie alla fine finiscono. Come quella, almeno così sembra, di Marilena Calderini, giunta ai titoli di coda del rapporto con l’Orvieto FC. Il ‘sembra’ non è scritto a caso, vista la storia della donna, oggi nonna, in un rapporto con il pallone già vivo nella tenera età. Basta ricordare il padre, Silvio Calderini, già Presidente del settore giovanile dell’Orvietana, il fratello Andrea, giocatore, poi procuratore e adesso allenatore, il marito, Carlo con cui sta insieme da lunghissimo tempo, pure lui calciatore e in seguito allenatore. In casa, di storia calcistica ce n’è veramente tanta, cui si è aggiunta quella di Marilena che, all’Orvieto FC ha trascorso gli ultimi sei anni, tutti molto intensi, alternando la carica di Presidente della Società a quella responsabile del calcio femminile. Non ha inventato nulla, ma si deve al suo impegno, se il calcio femminile vive in modo organizzato, come mai, forse, fino ad oggi era accaduto a Orvieto.
Allora, Marilena, il tuo bel periodo sta per andare, davvero, nel libro dei ricordi?:
“ Eh sì. Possiamo dire come la decisione sia stata presa a malincuore, ma, come tutte le storie, comprese quelle d’amore, prima o poi debbano lasciare spazio ad altri legami che fanno parte della vita. In estrema sintesi voglio dedicare più tempo a fare la nonna. Rimarrà il ricordo, meraviglioso e costruttivo, di sei anni intensi che mi hanno arricchito, nonostante non siano stati privi di difficoltà. Lo stare nel calcio, per una donna, rimane abbastanza complicato. Riconosco, ai ‘maschietti’, prerogative che restano al di fuori dello schema mentale di noi femmine. Loro, o meglio voi, volete tutto e subito, intento che, almeno per me, non è di questo mondo. Noi donne, invece, siamo abituate a rimanere in attesa, così ha deciso la natura e, a parere mio, non c’è cosa più bella. Questa creatura, ORVIETO FC femminile, è nata per gioco e se oggi è una bella realtà, vanno ringraziate le persone per il contributo dato a farla crescere. Il primis il Prof. Sandro Tonelli, per avermi introdotto in un mondo conosciuto ma nel quale, almeno all’inizio, era la perfetta estranea. Un po’ come la nostra Nazionale femminile, i cui risultati non facevano notizia, fin quando il vento non ha cambiato direzione. E’ sbocciato l’amore con un mondo, molto particolare, diverso dal pianeta calcio maschile, perché più composito e con tante altre sfaccettature. Siamo stati pazienti allo stesso modo di quando decidiamo di mettere al mondo un bambino e l’attesa è di nove mesi. Adesso ne godiamo i primi frutti”-
Ripercorriamo, insieme, la sua storia calcistica, nella quale è compreso anche il matrimonio, ‘se non ci fosse stato di mezzo il pallone chissà se e quando mi sarei sposata’, le due figlie femmine che l’hanno dirottata, almeno per un periodo, a scelte sportive diverse, tennis in particolare, senza che la fiamma della passione per il calcio si spegnesse. Anzi, l’esperienza a Sferracavallo è servita solo ad alimentarla e non pare destinata a finire:
“Concludere questa esperienza non significa chiudere con il calcio. Come tu accennavi, nella vita esistono delle fasi che il calcio rispetta in maniera totale. Cambiano le situazioni, le persone, si modificano i punti di vista. Magari per me, questa decisione può dipendere dal fatto di non trovarsi più in sintonia con certe scelte. Ciò non significa contrasto duro al disopra delle righe. Piuttosto, essendo il mio, come quello di molti altri, un impegno volontario e, ripeto, portato avanti per passione, quando si entra in conflittualità è meglio evitare discussioni con persone che erano amiche e resteranno tali, con le quali, però, non c’è più condivisione nei punti di vista”.
La domanda sorge spontanea. Gli attriti sono, per caso, legati alla recente notizia del nuovo rapporto che vede protagoniste le due Società, Orvietana e ORVIETO FC?
“Posso dire soltanto come, le scelte fatte, non siano state, prima condivise. Per me, il rispetto delle persone viene prima d’ogni altra cosa. Poteva, anche succedere, che non mi trovassi d’accordo ma, ribadisco, è soltanto una questione di principio. Il mio affetto per l’Orvietana viene da lontano ed è a prova di bomba. In tempi non sospetti, quando era alla Presidenza, bussai alla porta dell’Orvietana per parlare di collaborazione. Ricordo che ero in compagnia del ‘mitico’, Andrea Montenero e la risposta fu: . Accettai la risposta, perché, come ho già detto, fare le cose per bene comporta tanta pazienza, in attesa che gli eventi maturino”.
Che cosa perdi, o meglio, cosa lasci:
“Un gruppo fantastico e la soddisfazione di aver creato un punto di riferimento per altre Società, dove si pratica calcio femminile, del comprensorio ed oltre. Credo, poi saranno gli altri a giudicare, d’essere riuscita a trasmettere uno spirito dell’accoglienza che molti c’invidiano. Le squadra ospiti, di là dal risultato, da noi devono essere messe a loro agio. Ho riservato tanta importanza al classico panino con porchetta e bicchiere di vino. Servono a far gruppo anche con entità diverse e rinsaldano l’amicizia che è tra i fondamentali del calcio dilettantistico, non solo di quello femminile. Tale, nostro atteggiamento, non è sfuggito agli organi federali e al Presidente del CRU, Luigi Repace, con il quale abbiamo sempre intrattenuto rapporti cordiali e costruttivi”.
Esiste la possibilità di vederti in divisa ?
Sorride e risponde: “Chissà…chi vivrà vedrà”.
Marilena lascia in eredità anche bei numeri all’ORVIETO FC:
“Sono venti le ragazze tesserate attualmente. L'età media, ventitré anni, ci pone tra le formazioni umbre più giovani, ancora con diverse stagioni davanti. Siamo, o meglio eravamo, in contatto con diverse altre giovani e giovanissime che vestirebbero volentieri la nostra maglia. Manteniamo ottimi rapporti con la Ternana, alla quale, nel periodo nero della pandemia, abbiamo trasferito, temporaneamente, alcune ragazze, per mettere, le rossoverdi, nella condizione di onorare gli impegni di Campionato. Oltre essere brave, sono molto unite, anche a noi dirigenti, riuscendo a farti sentire una di loro. Voglio ricordare che siamo partite dal nulla. All’inizio disputavamo singole partite o piccoli tornei amatoriali. Il primo impatto con un campionato vero non fu, certo piacevole. Si tornava a casa con passivi veramente pesanti. Adesso siamo una realtà dell’Eccellenza Umbra, l’anno scorso ci siamo guadagnate la finale di Coppa Umbra, battendo, in semifinale, proprio la Ternana. Purtroppo, la finale non si è giocata per via della pandemia. Le ragazze, adesso, giocano tranquille e qualche Società ha messo gli occhi su alcune di loro”.
Prima dei ringraziamenti che vorrai fare, ti chiedo ?
“Mai dire mai! Nella vita può succedere di tutto. Oggi ritengo giunto il momento per mettere il calcio da una parte per dedicarsi al ruolo di nonna, recuperando un po’ del tempo speso per lo sport Permettimi di ringraziare le persone, tutte carissime, che ho avuto vicine in questa bella avventura. Parto con le ragazze, dalle ex, alle attuali e anche a quelle che arriveranno, con le quali avevo contatti. Passo ai tecnici, in questo caso ex e tesserati al momento che sono: Riccardo Pettinelli, Marco Provenzani, Daniele Menichetti. Non dimentico, certo, la Società, per la fiducia nei miei confronti mai venuta meno e per la possibilità di svolgere il mio compito in maniera serena”.
Hai un nome per il tuo o tua possibile sostituta?
“Sinceramente non saprei, perché le donne vicine al calcio femminile sono pochissime. Tranquilli, però. Il Presidentissimo, Roberto Lorenzotti, avrà già una soluzione”.

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