Orvietana in punizione, metaforica, e apertura della pagina dedicata all’Olympia che, in dieci dal 13’ minuto, recupera l’iniziale svantaggio e tiene sotto scacco i biancorossi fino allo scadere. Corsa veloce, idee chiare, ottima copertura degli spazi, le armi con le quali la formazione del tecnico Ferrotta è riuscita nell’intento di uscire imbattuta dal Muzi. Di fronte c’era l’Orvietana, priva di Nuccioni e Serafini e, più in particolare, di una cattiveria agonistica adeguata all’importanza della sfida. Solo due punti nelle ultime tre partite la dicono lunga sul momento dell’ancora terza in classifica, complici i pareggi imposti a Todi e Cannara. Che mancasse qualcosa alla completezza dell’organico era cosa già nota, imprevista l’espansione di un difetto, anche questo conosciuto, ma che era parso attribuibile al periodo di rodaggio. La squadra continua a soffrire di cali di tensione e atteggiamento di sufficienza che producono il trasferimento dell’iniziativa all’avversario di turno. Capitava, a sprazzi, nelle prime giornate, oggi arriva a caratterizzare una buona metà delle partite. Prima c’era un tridente esplosivo, a segno in modo puntuale, adesso non c’è Serafini, Cochi viaggia a corrente alternata, Polidori, un po’ nervoso, ha perso lo smalto delle prime giornate. Brescia, nella circostanza arretrato a metodista, che è di livello superiore, non trova sempre adeguata collaborazione. Olivieri, proposto nel ruolo di esterno avanzato, ha denunciato limiti nel ritmo e nella determinazione, mancando, tra l’altro, un paio di occasioni clamorose. Fatone, arrabbiatissimo con i suoi, ha minacciato qualche epurazione:

“Rimarrà – ha tuonato il tecnico – solo chi dimostra di avere la voglia e gli attributi per continuare il percorso nel modo che era stato stabilito”.

Pensare che la gara era iniziata sotto i migliori auspici, con l’eurogol di Giuliano Avola, dopo appena 9’, gran sinistro al volo, su palla rimessa in avanti da un difensore, con palla sotto l’incrocio, imprendibile per Bernardini. Passano due minuti e una forte conclusione di Cochi, fa solo la barba al palo. E subito dopo l’espulsione di Consolini, per fallo da ultimo uomo su Polidori, lanciato verso la porta. Olivieri, al 26’, perde l’attimo buono per concludere da posizione invidiabile. A seguire il calo, lento ma progressivo, che non si esaurisce con il riposo. Anzi, diventa più marcato nella ripresa, quando l’Olimpia, trovato il pareggio con Raccogli alla prima conclusione verso Perquoti, intuisce che può puntare a qualcosa d’importante. Fortino ben organizzato davanti alla difesa, raddoppi implacabili e Masci, a uomo, su Brescia. L’Orvietana alza un po’ il ritmo, mancano, però, la precisione e la spietatezza che servirebbero per aver ragione dell’ostinata resistenza. Olivieri non assume la responsabilità di concludere da ottima posizione, Tonelli è poco fortunato con una palla a girare che colpisce la traversa. Nei minuti conclusivi Frellicca non trova la porta calciando alto un rigore con palla in movimento. Altrettanto Filippo Avola, nell’ultimo minuto di recupero, dopo un’occasione clamorosa mancata da Liurni, presentatosi solo davanti a Perquoti.