Campi comunali abbandonati e palestre sportive della Provincia da adeguare ma per le quali mancano i fondi. Un pessimo biglietto di presentazione per la visita in programma il prossimo mese di settembre della Commissione che dovrà valutare la candidatura di Terni come Città Europea dello Sport per il 2021. Terni non è l’unica città a concorrere per questo riconoscimento. La Commissione, guidata dal Presidente Aces Europe, Gian Francesco Lupattelli, è stata accolta ieri dal Sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti, e dal consigliere con delega allo sport, Roberto Donati. Aces Europa assegna annualmente il riconoscimento di Capitale Europea dello Sport a città con almeno 500.000 abitanti e di Città Europea dello Sport a comuni tra 25.000 e 499.999 abitanti. Il sopralluogo della Commissione a Rieti ha interessato lo Stadio di Atletica “Raul Guidobaldi”, il PalaSojourner, il PalaCordoni, il Gudini e lo Stadio “Centro d’Italia”. Terni ha dalla sua parecchi assi nella manica. Accanto ai campioni che ogni giorno portano il nome di Terni in cima al panorama sportivo e internazionale e ai tantissimi eventi sportivi che praticamente ogni fine settimana portano turismo e fanno girare l’economia, resiste però purtroppo l’annoso problema dell’impiantistica. Il faticoso iter per la realizzazione del Palasport non impedirà, parola dell’assessore ai Lavori Pubblici Melasecche, la realizzazione dell’opera entro questa consiliatura. Ma nel frattempo le palestre sportive di proprietà della Provincia il 30 giugno dovranno tornare in capo agli istituti scolastici per la fine della convenzione con le società sportive. Strutture intorno alle quali c’è un grande punto interrogativo legato alla mancanza di fondi per i necessari interventi di messa in sicurezza. Per questo la Provincia sta studiando dei bandi per salvare almeno il pattinodromo del Sabotino e la Cupola di viale Trieste mentre la situazione più complessa è quella legata al PalaItis. E pure lo stato di abbandono di tanti storici campi di calcio che invece sono di proprietà comunale non aiuta certo l’immagine della città. A Collescipoli sono stati portati via i container degli spogliatoi donati da un privato dopo il terremoto del 2017 che li aveva resi inagibili. I container erano stati donati in accordo con il Comune che doveva sostenerne le spese di affitto, poi trasferite a carico della società. Non è l’unico impianto in convenzione con il Comune ad essere abbandonato. La stessa sorte, come spiega una relazione dei tecnici di Palazzo Spada, è toccata ai campi di Cesi, Papigno e Collestatte.

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