"Bandecchi minaccia di andare a giocare a Perugia e chiede alla Regione di accogliere non ben precisate richieste". L'inizio non sembra proprio dei migliori. Comincia così la nota dell'assessore regionale ai Lavori Pubblici, Enrico Melasecche, ex assessore comunale a Terni, nei confronti del patron della Ternana e della sua intenzione di mettere mano al restyling del Liberati. Come spiegato nell'intervista al Messaggero di qualche giorno fa, Bandecchi avrebbe intenzione di operare all'interno della Legge Stadi, acquistando il diritto di superfice per 99 anni dal Comune e realizzare così un nuovo impianto da 20.000 posti con curve e tribune a ridosso del campo da gioco. La Legge Stadi prevede la possibilità di rientrare dall'investimento realizzando nei pressi dello stadio attività commerciali extra-sportive, tranne che di edilizia residenziale. E proprio su questo, aveva sottolineato Bandecchi, la Regione sarebbe chiamata a dare una risposta.

Se l'incipit è forte, quasi una richiesta di chiarimento e trasparenza, poi Melasecche sembra tendere la mano. Non mancando di Sottolineare che fu proprio lui, all'epoca assessore comunale, a suggerire a suo tempo a Bandecchi la Legge Stadi: "Oggi - scrive Melasecche - si apre una sfida sulla possibilità di ricostruire un nuovo Liberati da parte di Stefano Bandecchi che ha fin qui dimostrato molta buona volontà e generosità ma che, senza il consolidamento di un rapporto stabile con la città, è soggetto ad una costosa precarietà che non giova a nessuno. Io stesso gli avevo proposto la possibilità di prendere in mano lo stadio, sempre nella massima legalità, impostando un nuovo rapporto che, utilizzando la legge sugli stadi, potesse consentire a lui o ad altro ipotetici investitori di completare quello sforzo notevole che sta portando la città a possedere quella tanto agognata nuova Città dello Sport all’avanguardia nazionale".

Melasecche ricorda anche i primi contatti con Bandecchi, aprendo quindi al dialogo con la Regione: "Proposi questa idea a Stefano Bandecchi, insieme al Sindaco Latini, quando lui ci invitò a visitare il centro universitario Unicusano. Gli ho sollecitato investimenti produttivi che avrebbero portato a Terni nuove strutture, nuove occasioni di lavoro e di investimento, con possibili soddisfazioni per tutti. Bandecchi chiama oggi la Regione a rispondere. Parliamone. Credo doveroso che, sempre nel rispetto della legge, la politica, quella nuova del fare, possa dare risposte che soddisfino tutti. È avvenuto in molte altre città. Perché non a Terni? La città e tutta l’Umbria possono avvantaggiarsi da una rinnovata, intelligente collaborazione fra sport e buon governo. In questo momento delicatissimo in cui il Coronavirus ha prodotto altri danni occorre l’apporto di tutti per ripartire".

Nella parte iniziale del comunicato, l'assessore regionale aveva anche ricordato i precedenti rapporti tra la Ternana di Agarini e le vecchie amministrazioni comunali, dimenticando di ricordare però che proprio la precedente giunta cittadina aveva di fatto avviato il percorso che porterà alla realizzazione del nuovo Palasport: "Ci sarebbe da scrivere un romanzo per descrivere i rapporti nei decenni fra Ternana Calcio e la città di Terni. Alti e bassi, debiti e crediti ma anche interessi spesso pesanti imposti ai ternani dalla politica quando qualche sindaco aveva come ospite fisso al proprio gazebo elettorale il patron dell’epoca che, grazie al placet della sinistra, vendeva quote importanti di AST ai tedeschi acquistate con la cordata della equivoca italianità (Riva-Falck-Agarini) traendone utili enormi. Poi costruiva inceneritori e faceva fallire il glorioso Centro Multimediale che avevamo completato con Ciaurro e dove Benigni girava la scena a cavallo de “La vita è bella”. Quei tempi in cui si prometteva, a chi ci credeva, che la Ternana sarebbe stata portata in Serie A e intanto si autorizzava l’incenerimento del pulper di cartiera al posto delle biomasse vergini sono ormai lontani ma il problema dello Stadio Liberati è rimasto, anzi si acuisce perché non c’è chi non veda il contrasto fra la il modernissimo PalaTerni in via di costruzione ed accanto il gloriosissimo Liberati, obsoleto nel progetto con le piste di atletica, acciaccato nonostante una costosissima manutenzione che da venti anni dissangua sia il Comune che la Ternana".

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