Fa discutere la maglietta indossata dal presidente della Ternana, Stefano Bandecchi, negli ultimi due video pubblicati su Instagram. Stavolta a far discutere non sono le parole del patron rossoverde, che scalpita letteralmente per l'inizio del campionato tra poco più di due settimane. Nel mirino del consigliere di minoranza Alessandro Gentiletti (Senso Civico) finisce infatti la maglietta indossata dal presidente della Ternana. Una t-shirt nera della Brigata Paracadutisti Folgore di cui, è noto, Bandecchi ha fatto parte in gioventù. La maglietta riporta la frase "Belli come la vita Neri come la morte" che era il motto delle Brigate Nere, corpo ausiliario volontario delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana, organizzato dal Partito Fascista Repubblicano che operò in Italia settentrionale dagli inizi di luglio del 1944 fino al termine della seconda guerra mondiale con compiti di antiguerriglia. Una provocazione, una scivolata, una gaffe? Sicuramente un gesto che non è passato inosservato a poche settimane dal conferimento a Bandecchi della cittadinanza onoraria, tra l'altro nello stesso giorno di Liliana Segre.

"Chiedo al presidente della Ternana di volerci cortesemente spiegare il significato della maglietta che ha esibito nell'ultima diretta instagram e che ha catturato l'attenzione di tanti ternani - dice Gentiletti - quella scritta 'Belli come la vita neri come la morte' non è infatti passata indifferente. Non sfugge al presidente di essere ormai uno dei punti di riferimento di questa città, sia per l'impegno profuso nel sociale che per la cittadinanza onoraria che, quali rappresentanti del popolo ternano, abbiamo inteso di recente riconoscergli, accogliendo la richiesta che veniva dal coordinamento dei club rossoverdi. Il voto del Consiglio sulla cittadinanza è caduto, per coincidenza, nello stesso giorno in cui abbiamo conferito la medesima onorificenza alla senatrice a vita Liliana Segre, deportata e sopravvissuta ai campi di sterminio nazifascisti. Ritengo doveroso - conclude - dare voce a tanti ternani, tra cui il sottoscritto, che sono rimasti negativamente colpiti da quella maglietta, a prescindere dalle critiche o tempeste social che ciò dovesse generare nei miei confronti. Il mandato elettorale me lo impone. Se si digita su google il motto messo in mostra dalla maglietta del presidente, fra le prime risposte alla ricerca, emergono canzoni inquietanti, che rievocano i tempi della dittatura fascista e ad essa inneggiano. Tempi particolarmente conosciuti e non dimenticati dai ternani che, come anche ricordato opportunamente dallo stesso presidente il giorno del conferimento della cittadinanza, subirono ben 108 bombardamenti. La città di Terni è stata medaglia d’argento al valor civile nella lotta di Liberazione. Guarda all’antifascismo come punto essenziale della tenuta civile e di ogni azione politica. A quei valori si ispirano molte tifoserie locali, sempre presenti al fianco della nostra squadra sul campo di gioco, sostegno sicuro e leale ai nostri colori, che sono i colori di una intera città, pronta a far squadra per difenderli. Per cui mi permetto di chiedere al presidente di chiarire e intervenire".





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