C'è un dubbio sul futuro di Danilo Petrucci per la stagione motoristica 2023. La scelta è tra due opportunità: il Mondiale Superbike o una seconda stagione nel campionato MotoAmerica. Il pilota ternano comunque guiderebbe in entrambi i casi una Ducati. Ci sarebbe infatti una proposta non del team ufficiale, vittorioso nel 2022 con Bautista, ma del team Barni. Una possibilità che però non sarebbe vista di buon occhio dalla casa di Borgo Panigale.

In particolare il Direttore sportivo Andrea Ciabatti ha detto senza mezzi termini che Ducati preferirebbe ancora un anno nell’AMA Superbike per Petrux. Nessuna volontà, a quanto pare, di non mettere un altro pilota veloce a contendere il titolo a Alvaro Bautista, ma semplicemente una scelta di marketing. “Entro pochi giorni – ha dichiarato Ciabatti a GPOne – definiremo la questione, perché è chiaro che nella decisione finale c’è anche la parola di Ducati. E’ altrettanto chiaro che l’ultima parola spetta al pilota e sarà sua l’ultima scelta, ma non avere Petrucci nell’AMA Superbike sarebbe un problema perché non abbiamo, al momento, piloti veloci come lui”. Il mercato degli Stati Uniti è importantissimo per l'azienda italiana, soprattutto adesso che con la vittoria del mondiale MotoGP e probabilmente anche con quella del Mondiale Superbike, l'interesse degli appassionati verso le Rosse potrebbe crescere a dismisura. Vincere anche negli USA con Petrucci, quindi, significherebbe andare ulteriormente alla conquista del mondo. Per questo per Petrucci si prospetta un altro anno negli Stati Uniti, ma con garanzie diverse da parte di Ducati. Da Borgo Panigale, infatti, garantiranno il massimo supporto al team del ternano, anche attraverso la fornitura di componenti specifiche per il tipo di circuiti in cui Petrucci e la sua Panigale V4 dovranno gareggiare.

Proprio i circuiti americani sono però la causa di una certa ritrosia da parte di Danilo Petrucci, che ha spiegato: “Lì ti ritrovi a correre in piste con asfalti indecenti, tra buche, avvallamenti e veri e propri crateri. Inoltre alcuni circuiti sono così piccoli e stretti da non consentire mai al pilota di mettere la quinta o la sesta marcia”.

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