Lo spoletino Mirko Gori (49 anni) difenderà sabato 9 marzo al Pala Terni il titolo mondiale professionisti Xfc di kickboxing nella specialità K-1. Quello contro lo sfidante brasiliano Marcelo Silva sarà l'ultimo incontro di Gori che poi si dedicherà alla sua attività di istruttore nelle tre palestre di Spoleto, Cascia e Norcia dove segue un centinaio di allievi. L'evento è organizzato dall'Asd Fight Club Spoleto con il contributo di Fondazione Carit e Regione Umbria.

Un grande evento sportivo torna a essere ospitato al Pala Terni cinque mesi dopo i mondiali di scherma paralimpica. L'incontro clou tra Gori e Silva sarà preceduto a partire dalle 18 da altri due match professionistici: Daniele Valente contro Karym Ilyas e a seguire Camilla Borghi contro Monica Castracane. Ma la giornata sarà caratterizzata sin dalla mattina da esibizioni con il coinvolgimento e la partecipazione di scuole e palestre del territorio con atleti e maestri ternani tra i quali Cristian Quetti, Riccardo Cresta, Mirko Cecchetti e Maurizio Sardonini. In programma anche l'esibizione hip hop di Alice Fernandez che precederà l'evento clou tra Gori e Silva. Il tutto in un ring allestito al massimo della spettacolarità tra luci all'americana, coreografie e macchina del fumo.

Nel palmares di Mirko Gori ci sono due titoli europei, un titolo intercontinentale e cinque titoli mondiali conquistati in cinque federazioni diverse. Nella sua lunga carriera ha già difeso il titolo mondiale anche in Slovenia e Croazia. Di professione assistente capo coordinatore della polizia penitenziaria al carcere di Spoleto, Gori ha raccontato al Messaggero la sua lunga carriera professionista: «La kickboxing per me rappresenta la vita, compresi sacrifici e soddisfazioni - le parole del campione spoletino - lottare per un mondiale e chiudere la carriera a Terni, nella mia regione, è un sogno. Dopo mi dedicherò totalmente all'attività di istruttore. E' uno sport dove conta il talento, ma soprattutto il lavoro, la continuità e l'impegno. Da piccolo ero un ragazzino piuttosto irrequieto. Per questo motivo mi portarono in palestra ed è così che ho scoperto karate e pugilato. Già a quei tempi vedevo i film di Bruce Lee e Van Damme, ma in Umbria la kickboxing non era molto praticata. Solo quando mi sono arruolato nella polizia penitenziaria a 19 anni ho iniziato a praticarla. E' uno sport che possono fare tutti, le donne ne trovano giovamento come autodifesa, i bambini irrequieti un modo per canalizzare la loro energia. Ho avuto diversi ragazzi che avevano subito episodi di bullismo e che conoscendo questa disciplina sono cresciuti e si sono formati. Un doveroso ringraziamento - conclude Gori - alla Fondazione Carit e alla Regione che hanno reso possibile questo evento. Un grazie speciale anche ad Andrea De Melis, Samuele Di Giuli e Simone Bibi per il loro fondamentale contributo organizzativo".

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