Nella straordinaria vittoria della Ferrari condotta dai piloti Antonio Fuoco, Niklas Nielsen e Miguel Molina alla “24 Ore di Le Mans” c'è anche un po' di Terni e provincia. Alla giornata trionfale del Cavallino Rampante ha partecipato infatti anche l’ingegnere, originario di Sambucetole di Amelia, Gian Marco Barcherini che lavora in Ferrari dal 2022. Barcherini si è raccontato in un'intervista al Corriere dell'Umbria.

“L'anno scorso abbiamo raggiunto quello che molti ritenevano impossibile. Dal giorno dopo c'era una sola cosa che potessimo fare, lavorare ancor di più e vincere ancora e credo che meglio di così non potesse andare. Nel progetto Ferrari Endurance Race Cars una buona parte degli ingegneri segue sia lo sviluppo della 499P a Maranello che i Gran Premi. Il box è perciò molto affiatato, quanto serve per darsi supporto e avere i nervi saldi in eventi di 24 ore come la Le Mans. Solo la passione per il Motorsport e la responsabilità di rappresentare Ferrari nel mondo, insieme ad una importante dose di adrenalina, permettono di sopravvivere alla 24 ore di Le Mans. L'ultimo giro è stato il più lungo della mia vita, con la Toyota #7 che tentava di chiudere il gap. Sul traguardo siamo tutti scoppiati in lacrime avendo compreso l'impresa appena compiuta: vincere la 24 ore di Le Mans per due anni consecutivi dopo 50 anni di assenza dal Campionato del Mondo Endurance. Vedere Antonio, Miguel e Nicklas (line-up Ferrari #50) piangere di gioia tagliato il traguardo ha ripagato la fatica di un anno di lavoro. Il rapporto con i piloti è uno dei principali motivi per cui amo il mio lavoro. Ho la fortuna di essere in stretto contatto con i piloti e spendere con loro molto tempo durante la messa a punto delle strategie e dei controlli vettura durante test e prove libere; tra le attività di cui sono responsabile, seguo la definizione e la configurazione del volante della 499P tentando di fare da mediatore tra i 9 piloti delle line-up Ferrari”.

“Ho vissuto a Sambucetole di Amelia fino al 2016, per trasferirmi dopo il Liceo Donatelli, poi a Bologna per intraprendere gli studi universitari. Definirei il mio rapporto con il territorio di origine quantomeno controverso: seppur sia stato la culla della mia adolescenza, dove ho frequentato le scuole e coltivato le prime amicizie ho presto compreso che la mia strada sarebbe stata altrove per alimentare la passione per i motori che da sempre coltivo".