Al Palasport di Orte nel primo pomeriggio di oggi, martedì 1° febbraio, si terranno i funerali di Claudio Guazzaroni, scomparso a 61 anni dopo una malattia che non gli ha lasciato scampo. "Il gigante buono che portava gli atleti a superare i propri limiti" lo ricorda con un lungo e toccante messaggio il presidente regionale Fijlkam, Andrea Arena. Tantissimi gli attestati di stima da parte anche dei media nazionali per il tecnico nativo di Orte e ternano di adozione, un esempio fino all'ultimo secondo nonostante il male che avanzava inesorabile.

"Dopo una tenace battaglia contro un male incurabile, Claudio Guazzaroni è volato in cielo - racconta Arena - la malattia lo aveva colto di sorpresa poco prima della partenza per le Olimpiadi giapponesi: aggressiva, terribile ed insaziabile. Claudio come un vero highlander l'aveva da subito affrontata spavaldamente, a testa alta, senza concedergli spazio come era abituato a fare nel tatami. Tokyo era dietro l'angolo, l'attendeva per realizzare un sogno di una vita, quello di portare il karate alle Olimpiadi. Come spesso accade nelle favole il sogno si trasforma in realtà ed ancora più grande e bello di quanto si potesse idealizzare, salire sul gradino più alto del podio L'abbraccio e l'oro al collo del suo Gigi Busà sono le immagini che rimarranno scolpite indelebilmente nella storia delle arti marziali. Mille i premi, le riconoscenze, i riconoscimenti da ogni angolo del pianeta. Il mondo sportivo ha osannato Claudio che in silenzio, con pochi intimi, continuava strenuamente a combattere. I suoi grandi progetti di sempre, per un Centro di alta specializzazione nella sua Terni, nella sua Umbria, potevano iniziare a prendere forma e forse ci poteva essere uno spazio per quella barca che desiderava per trascorrere il tempo libero che finalmente si poteva ricavare. La malattia da dicembre ha iniziato ad essere prepotente, incalzante, avida tanto da fiaccarlo, ma Claudio lo si sa é un highlander e continua a non mollare, combattendo in silenzio, a testa alta fino al fischio finale per poi volare richiamato a guidare la nazionale del cielo.

Claudio è stato un esempio fino all'ultimo secondo - prosegue il presidente regionale Fijlkam, - mai una nota negativa, sempre una speranza, un sorriso per tutti. Non voleva perdere nemmeno questa battaglia e non l'ha persa pensando sempre al domani, alla sua barchetta, ai progetti da mettere in piedi con il karate ora che finalmente poteva raccogliere quel tanto che aveva dato alla sua arte marziale, alla federazione e a tutti noi. Ed è stato tanto. Claudio Guazzaroni è stato un'icona mondiale del movimento delle arti marziali, e non solo nel karate, per il suo modo di essere semplice, schietto, leale il tutto accompagnato da una serietà e professionalità uniche che lo hanno reso il numero uno anche fuori dai confini italiani, senza timore di essere smentito, il più grande tecnico al mondo. Mi sono avvicinato al karate per caso, attratto anche dall'estro dei fratelli Claudio e Gianluca Guazzaroni, atleti del gruppo sportivo dei Carabinieri e della nazionale, al tempo i Maradona delle tappetine. Avevano un modo di interpretare il karate in maniera particolare, eccezionale, unica e forse ineguagliabile. Ai tempi non c'erano i social e poche le cassette disponibili su vhs, ma la vicinanza con Terni, gli scontri epici sulle tappetine anche con i loro allievi, ci permettevano a noi poveri mortali di crescere velocemente rubando qualche tecnica. Memorabili le finali degli Assoluti dove il pubblico aspettava di applaudire Claudio e Gianluca, mitiche le sfide tra le squadre del Centro Sportivo Carabinieri di capitan Claudio e la Fiamme Gialle della Finanza. Claudio era un cavallo pazzo, estro e generosità ed un vena di sana e simpatica follia. Ricordo quando, poco prima di un Europeo che doveva affrontare con la maglia della nazionale, per un torto subito da un suo ragazzo ha bucato la porta di un palazzetto con un pugno. Lui peso massimo, io super leggero in mezzo a quel marasma se non mi sbrigavo a spostarmi al volo dalla traiettoria l'avrei preso anch'io. Saltati gli Europei, non tanto per la mano offesa ma per la squalifica ricevuta.

Se come atleta è stato un modello ineguagliabile sulle tappetine, tanti i titoli nazionali ed in campo internazionale conquistati, come tecnico forse si è superato, all'angolo della prima campionessa mondiale italiana di karate Greta Vitelli teleguidata dal coach Claudio. Come Greta tanti atleti ternani, umbri e della nazionale portati a superare i propri limiti, spinti dall'energia che dall'angolo sprigionava il gigante buono Claudio. Il rapporto tra noi è diventato sempre più forte e saldo, i soli quattro anni che ci dividevano si sono assottigliati nel tempo tanto da farci diventare amici veri, amici con la A maiuscola. Bastava un cenno, poche parole e tanti fatti. Un sorriso una pacca sulla spalla in mezzo al fumo della sua sigaretta che l'accompagnava in ogni attimo di relax. Per lui, con lui è venuto il riconoscimento ricevuto con la nazionale Fijlkam dal Comune di Terni, lui premiato per la prima volta dall'Amministrazione, che ringrazio per l'attenzione; la festa con i suoi ragazzi della palestra a dicembre scorso e la sorpresa della consegna dell'ottavo dan, prima di Natale, sono stati dei momenti condivisi dove gli occhi del 'temibile' Claudio si sono bagnati, il tutto senza che nessuno se ne rendesse conto, forse. Gli abbracci, le strette, la gioia impagabile nel vederlo felice rimarranno stampati nel cuore. Guazzaroni è un emblema storico per Terni, per l'Umbria un nome che ha valicato i confini dell'Italia e lo rimarrà per sempre. Da oltre cinquanta anni in pista dalla palestra storica di via Lazio dove ho avuto il piacere di conoscere papà Goffredo, arbitro di karate, un personaggio unico, burbero, dal quale non poteva che nascere una stirpe di combattenti: Claudio, Gianluca, Roberta e Andrea coccolati da mamma Antonietta. Claudio, Gianluca e Roberta tutti campioni italiani di karate ed in giro per il mondo con il tricolore al petto a rappresentare l'Italia del karate. Il più piccolo Andrea che ho visto combattere da giovane, una forza della natura, era forse il più talentuoso dei quattro ma l'officina di carrozziere dava più stabilità che combattere su un tatami. Spetterà ora alla banda Guazzaroni al figlio Francesco, alla compagna Letizia, a Greta, Mirko, Andrea e a tutti gli atleti, amici che il Maestro ha guidato in questi quaranta anni dentro e fuori le tappetine dare forma ai sogni ed ai progetti di Claudio e di certo saranno aiutati dalle istituzioni non solo sportive. Tanto altro vorrei dire di questo gigante buono, schietto e leale non solo in ambito sportivo. Un Uomo vero con la U maiuscola come ce ne sono pochi, per me un Amico speciale. Ora sono certo che, appena arrivato in alto, avrà creato scompiglio, con la sua voce nasale, chiedendo spiegazioni ed adoperandosi da subito per organizzare la squadra di karate più forte di tutti i tempi dove lui sarà coach ed atleta. Per poi finalmente rilassarsi nella sua barchetta guidandoci dall'alto. Grazie di tutto Claudio, grazie davvero dal profondo del cuore" conclude.

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