Dopo aver annunciato la decisione di rinunciare a proseguire il viaggio cominciato lo scorso 24 febbraio da Città del Capo, in Sudafrica, Lorenzo Barone spiega i motivi di questa difficile decisione. "Si torna a casa" dice affidandosi ai social, dove aveva raccontato passo passo il suo viaggio in solitaria che lo aveva portato a percorrere 20.733 chilometri in 221 giorni attraverso 15 paesi.

"Voglio chiarire le motivazioni che mi hanno spinto a prendere questa difficile decisione - spiega Barone - nei mesi passati ho attraversato l'Etiopia dove c'è la guerra civile, sono scappato dalla polizia Egiziana, ho attraversato diverse zone rosse in Africa come il Nord del Kenya e il confine con il Congo in Tanzania, ho rischiato di prendermi la malaria in Uganda dove c'è il più alto numero di casi al mondo e sono già entrato due volte in Russia questa estate. Ma allora, perché mi sono dovuto fermare proprio ora? Prendendo per scontato che sappiate tutti cosa sta accadendo questi giorni in Russia, vi spiego quali sono i rischi e i problemi del pedalare migliaia di chilometri nell'estremo Est della Russia.

1) Il viaggio prevede l'attraversamento della Chukotka, una regione "chiusa" anche per i cittadini russi a causa della presenza di basi militari. Per entrarci ho bisogno di un permesso speciale che forse riuscirei ad ottenere in condizioni normali. Attualmente non sembra possibile ottenerlo, quindi avrei dovuto comunque sospendere il progetto.

2) In Russia è un periodo "caldo" con proteste, arresti, decine di migliaia di persone che lasciano il paese e centinaia di migliaia di civili arruolati nell'esercito. Essendo un occidentale potrei essere facilmente preso di mira dalle autorità nei villaggi o da eventuali abitanti che non "gradiscono" la mia presenza. Se venissi accusato di qualunque attività illegale, rischierei di avere conseguenze serie, anche non avendo fatto nulla. @charlie per esempio è stato recentemente arrestato a Yakutsk per un mese e poi bannato dal paese per 5 anni mentre sciava trainando una slitta sull'Artico in Yakutia. Non è una delle esperienze che sogno di vivere.

3) Data l'affluenza di massa dei russi che lasciano il paese e della situazione che sta peggiorando rapidamente, potrebbero chiudere le frontiere in ogni momento. Mi troverei quindi bloccato in Russia per un tempo indeterminato come durante la pandemia.

4) Quasi tutte le ambasciate dei vari paesi stanno fortemente consigliando ai propri cittadini di abbandonare immediatamente la Russia. Nel mio caso l'ambasciata italiana mi ha detto che se mi dovesse succedere qualcosa non può fare praticamente nulla per aiutarmi.

Questi sono solo alcuni dei motivi per i quali ho deciso di rimandare a tempi migliori l'ultima parte del viaggio. Andare in aereo o in macchina a visitare le città non sarebbe stato un problema ma pedalare per mesi da solo in zone remote è completamente diverso. Non nascondo che mi è rimasto "l'amaro in bocca" nel sospendere il progetto dopo 20.733 km e 221 giorni di viaggio. Mi sono promesso però che tornerò a completare il progetto, anche questo inverno se la situazione dovesse migliorare. In caso contrario, sto già studiando e preparando un'avventura alternativa" conclude Lorenzo.

Al quale va il ringraziamento e il sostegno della nostra redazione. Sporterni come molti altri media locali e non solo ha seguito, e seguirà anche in futuro, le imprese di un ragazzo eccezionale che ha gettato il cuore oltre l'ostacolo per dimostrare che nulla è impossibile. A parte, forse, fermare l'orrore della guerra.

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