Sandro Pochesci esordisce nella conferenza stampa prima della partenza direzione Bari con una dedica particolare: "Voglio ringraziare i magazzinieri Alberto Pesca e Paolo Farroni perchè sono fondamentali come un calciatore. Al rientro negli spogliatoi dopo l'acquazzone con il Brescia avevamo già pronte le mute di ricambio asciutte e pulite. Venire al campo e trovare sempre tutto perfetto è una cosa unica. Sono professionisti e lo fanno con vero cuore".

Poi subito testa al match di domani al San Nicola: "Per giocare davanti a un pubblico importante contro una squadra blasonata come questa bisogna avere l'approccio giusto e non possiamo permetterci di sbagliare la partita. Ma se in casa voglio delle belve che sbranino gli avversari, anche a Bari andiamo per vincere. Il nostro atteggiamento dovrà essere propositivo, ma sarà soltanto il campo a dircelo".

Una Ternana, come ha detto ieri Vitiello, che deve sempre girare a mille: "Se diamo il massimo possiamo stare al passo con gli altri, altrimenti diventiamo prevedibili e battibili. Dobbiamo sempre avere uno spirito battagliero per cercare il massimo obiettivo. La Ternana deve pensare in grande anche se grandi ancora non siamo. Le condizioni della squadra sono buone, abbiamo recuperato giocatori molto importanti".

Montalto e Angiulli hanno accusato qualche dolore alle articolazioni per il campo duro, ma stamattina si sono allenati regolarmente e partiranno con la squadra. Gli unici indisponibili sono Gigli e Bombagi: "Bombagi lo aspetto per ottobre, è un giocatore tatticamente e tecnicamente molto importante. Paolucci deve convincersi che non ha niente, abbiamo fatto di tutto per recuperarlo. Ha avuto un disturbo e la società ha fatto tutti gli accertamenti del caso per scongiurare complicazioni. Signorini è pronto, non so se giocherà ma è pronto".

A preoccupare di più nella formazione avversaria è lo stato di forma di Improta: "Non è un esterno ma un attaccante, va marcato sia in partenza che quando va alla conclusione. Sappiamo come affrontarlo in campo aperto e al limite dell'area. E' un giocatore di gamba che ama partire da lontano. I ragazzi conoscono i loro compiti, le partite si vincono anche con la testa e non solo con le gambe".

Pochesci psicologo, visto il suo consueto catechizzare i singoli e la squadra durante gli allenamenti? "Il vero mental coach è il patron Bandecchi. Con lu se vinco o pareggio posso parlare di calcio, altrimenti quando perdo devo ascoltare. Per i ragazzi io non sono un mental coach, sono uno che ha giocato a calcio prima di loro. Non contano in questo senso le categorie, contano la fame e le motivazioni. Se la mia squadra ci crede, possiamo giocarcela con tutti".