Ripresa degli allenamenti a porte chiuse per la Ternana che oggi pomeriggio al Taddei comincerà a preparare l'incontro di sabato al Liberati contro la Triestina. Bisognerà dimenticare in fretta l'ennesima figuraccia di ieri sul campo dell'Albinoleffe. La sconfitta contro l'ultima in classifica, peraltro in superiorità numerica per oltre un'ora, è il punto più basso di una stagione che da deludente rischia di trasformarsi in un'autentica disfatta. Sul banco degli imputati, più che il patron che ha investito tanto, anche se evidentemente mal consigliato, finiscono i giocatori e soprattutto l'allenatore che non ha inciso e non ha saputo dare quella scossa tipica di quando c'è un cambio alla guida tecnica.

Anzi, la Ternana piena di paure dell'ultimo mese e mezzo con De Canio in panchina adesso sembra addirittura ulteriormente involuta. L'incubo sportivo che vivono i disperati tifosi ternani è che si ripeta una sorta di effetto Gautieri. Partito con l'idea di cambiare volto alla squadra passando al 3-5-2 senza avere i giocatori adatti, per poi tornare ieri al 4-3-3 e finire con uno scolastico 4-4-2, Calori sembra il ritratto della confusione. Nel post partita di Bergamo, un lungo colloquio negli spogliatoi tra il ds Leone e lo stesso Calori potrebbe essere il preludio al terzo, clamoroso, cambio di allenatore. Le dichiarazioni di Leone non possono che risuonare come un ultimatum al tecnico. In caso di risultato negativo con la Triestina, ci sarà l'ennesimo ribaltone. E l'esperto di calciomercato Gianluca Di Marzio non esclude l'esonero nelle prossime ore. Anche qui la piazza si mostra divisa. C'è chi invoca Dino Pagliari, chi il ritorno di De Canio, chi addirittura quello di Pochesci e chi un sergente di ferro alla Cosmi o alla Novellino.

Bandecchi, che era allo stadio, è venuto via letteralmente furioso. Al patron che tanti soldi ha speso l'unico appunto che si può fare è relativo al fatto che il calcio non risponde a nessuna legge matematica per cui a tanti investimenti corrispondono sempre tanti risultati. Per una piazza depressa e disamorata come quella ternana, che paga ancora lo scotto del distacco sotto la gestione Longarini, ciò che conta davvero è la passione, il senso di appartenenza e il coinvolgimento emotivo tra squadra e città, alla base guarda caso di tutti i successi sportivi. L'ultimo in ordine di tempo è stato la promozione in Serie B con Toscano in panchina, e l'applauso del pubblico del Liberati a Nolè durante il match con la Virtus Verona è segno che certe cose e certe squadre, la gente di Terni non le dimentica. La cattiveria, la determinazione, la fiducia che ieri sera invocava Calori non si compra. Sono elementi naturali che emergono dal lavoro quando dietro c'è passione. La passione che il popolo di Terni negli ultimi 15 anni ha potuto nutrire solo quando arrivò una squadra capace di immedesimarsi totalmente con lo spirito della città.

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