Non più una guerra tra Ternana calcio da una parte e tifosi e Comune dall’altra. La spinosa questione relativa alla convenzione del Liberati è diventata anche una guerra politica tra maggioranza e opposizione. I comunicati stampa, le dichiarazioni al vetriolo, gli attacchi e le accuse sono ormai all’ordine del giorno. Un botta e risposta quotidiano che tiene sempre vivo il dibattito sulla delicata vicenda stadio, ma che allo stesso tempo distoglie lo sguardo dal vero problema e cioè: come uscire da questa situazione? Ultimo intervento in ordine temporale è quello congiunto di Enrico Melasecche ed Enzo Bongarzone dell’Udc.
“La città di Terni ha molti problemi, ma negli ultimi tempi, le vicende della Ternana Calcio sembrano aver soverchiato tutto il resto - dichiarano - Nei primi anni 2000 segnalammo alla pubblica opinione le relazioni pericolose che il Comune aveva intrattenuto con Agarini, prossimo ad accendere il suo inceneritore; adesso siamo all'atteggiamento opposto del muro contro muro. In entrambi i casi, rapporti che devono far riflettere, perché poco hanno di sano e molto di patologico. Le posizioni oggi sono rigide, volano parole grosse, con assurde ripicche. Nulla a che vedere con i toni equilibrati e costruttivi che connotarono il modus operandi della giunta Ciaurro, fatto di uno stile di rapportarsi alle imprese sempre di altissimo livello. Da mesi, anche sulla scorta di quel modello istituzionale, esortiamo entrambe le parti alla prudenza, al ragionamento, al dialogo, subendo talvolta minacce palesi ed avvertimenti poco urbani da parte di terzi”.
Secondo l’Udc la situazione è critica e in futuro le cose non sono destinate a migliorare: “La società ha fatto errori, non pochi. Nelle istituzioni è prevalsa la volontà di entrare nella mischia. Terni ha pagato e pagherà ancor più pesantemente questa gestione barricadera, che copre anche la tutela di interessi precisi di pochissimi. La città non è stata posta in grado di capire tali aspetti, e, pure su tale versante, la Ternana non è stata chiara. Oggi siamo su una china molto pericolosa”. Melasecche e Bongarzone spiegano uno dei perchè dell’astensione al “famoso” consiglio: “Durante la sospensione dell'ultimo consiglio comunale, abbiamo chiesto ufficialmente al sindaco se la sua posizione di intransigenza fosse supportata da pareri legali di alto livello onde evitare che troppo facilmente il Comune soccombesse, come accaduto in altre occasioni, dalla "Città dello Sport" a vicende più recenti, essendo stato pochi mesi fa obbligato a riaprire i cancelli dello Stadio, dopo aver costretto la squadra ad andare raminga in cerca di un campo. Dinanzi a questa nostra domanda, nessun chiarimento, nessuna risposta”.
Ora lanciano un nuovo appello “a tutti i contendenti, ai cittadini, tifosi e no, alle associazioni di categoria perché facciano sentire la propria voce e si riapra un tavolo fra persone intelligenti, trovando un accordo ragionevole e abbandonando l'improbabile via giudiziaria intrapresa. Si è ancora in tempo. Tutti i cittadini che lo vorranno, potranno tornare allo stadio, non impediti dal dileggio e dalle offese di parte. D'altronde - continuano - vorremmo ricordare che non è molto credibile chi si erge oggi a tutore del patrimonio pubblico, essendo stati provocati, fino a pochi anni fa, danni ingenti allo Stadio, sfasciati i bagni, spaccate le porte, sfondati i muri, utilizzati sampietrini e sassi come corpi contundenti, distrutti vetri e sedili degli autobus. Ad ognuno il suo ruolo. Prevalga la voglia di sognare, lavorando per ricostruire dalle macerie di oggi una prospettiva di risultati sportivi diversi. Solo così il calcio a Terni potrà rialzarsi. Se dovesse dominare viceversa la voglia di continuare ad imporre a tutti i costi le proprie ragioni ognuno potrà giudicare da qui a qualche mese le conseguenze nefaste di tali comportamenti”.

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