"Sono stato cacciato di casa per le questioni inerenti la Ternana": si è aperta con questa affermazione, la conferenza stampa tenuta presso la sede di via Aleardi da Emanuele Longarini. Un incontro durato più di due ore, nell'arco delle quali l'ex presidente rossoverde, ora destinato al ruolo di "supervisore" degli affari di via Aleardi ha toccato argomenti come la mancata concessione dello stadio Liberati, la cessione del pacchetto di maggioranza a Deodati e la reale gerarchia delle sfere di potere all'interno della Ternana.

CACCIATO DI CASA: "MI HANNO MESSO CONTRO MIO PADRE"

Stando alle parole di Emanuele Longarini, il figlio del patron rossoverde sarebbe stato cacciato dall'abitazione paterna in seguito ad alcune voci messe in giro ad arte e giunte proprio alle orecchie del numero 1 rossoverde. Voci che si sarebbero inserite fra padre e figlio nell'ambito della trattativa di cessione della Ternana ad Angelo Deodati. Le stesse voci secondo le quali Longarini Jr, sarebbe manovrato da quel Domenico Corradetti che per molti anni è stato uno dei manager più apprezzati del gruppo Longarini.

"CORRADETTI? UN MANAGER CHE SI PREFIGURA DI RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI A MODO SUO"

Nel calderone della discussione è entrato quindi anche Domenico Corradetti: "Si tratta di un manager che ha collaborato per molti anni con il gruppo di mio padre. Un manager molto capace che però persegue i suoi obiettivi a modo suo. Senza tollerare interferenze di alcun tipo. Sono stato dipinto come la marionetta di Corradetti, cosa non vera". Qual'è o quale è stato il ruolo di Corradetti nelle vicende della Ternana? "Corradetti ha soltanto presentato a mio padre la possibilità di tornare a fare calcio. Tutto qui".

IL "GIOCHETTO" DEL COMUNE DI TERNI

Relativamente alla querelle circa la convenzione per lo stadio Liberati, Longarini Jr., ha più volte parlato di "giochetto" da parte del Comune di Terni. "La Ternana ha sempre cercato di assecondare le richieste del Comune, che cambiavano di volta in volta. E' stato chiesto di parlare con un soggetto dai pieni poteri ed è giunto al primo incontro l'amministratore unico Dominicis. Poi Dominicis non andava più bene, così il Comune ha inviato una lettera direttamente a mio padre chiedendo un incontro con la proprietà. Ed al successivo appuntamento mi sono presentato io proprio in rappresentanza della proprietà. D'altronde chi meglio di me, che sono il figlio di Edoardo Longarini, può rappresentare il gruppo che detiene la maggioranza del pacchetto rossoverde? Eppure non è piaciuta nemmeno la mia presenza...ed il giochetto è stato proprio questo: chiedere il rosso e quando lo si ottiene passare immediatamente a chiedere il verde". Emanuele Longarini ha proseguito la discussione facendo intendere che i fini del Comune di Terni sono ben altri, vale a dire facilitare il passaggio di proprietà dal gruppo Longarini a quello di Deodati

SINDACO DI TERNI E ANGELO DEODATI

"PErchè quando è in ballo il rinnovo della convenzione, il sindaco di Terni parla con Deodati? Perchè il Comune di Terni si adopera per cercare nuove gestioni? Deodati parla già come se fosse il proprietario della Ternana. Vi assicuro che così non è, perchè il 100% della Ternana Calcio è ancora nella mani del gruppo Longarini".

PESCE SULL'INCONTRO DI VENERDI: "DOMINICIS AVEVA ACCETTATO TUTTI I PUNTI PROPOSTI DAL COMUNE"


Nella discussione è intervenuto anche il coordinatore tecnico della Ternana, Giuliano Pesce: "Nell'ambito della riunione di venerdì, chiusasi con un nulla di fatto, l'amministratore unico Domincis aveva fatto luce e dato il proprio assenso sui 6 punti proposti dal Comune di Terni (Programma generale, investimenti nel settore giovanile, investimenti post decreto Pisanu, certezza assetti societari, piano rafforzamento prima squadra, disponibilità ad incontrarsi con l'amministrazione per giungere a convenzione di lungo periodo). Addiririttura è stato chiesto alla Ternana di partecipare alla spesa per rendere agibile lo stadio cittadino per 16 mila spettatori, cosa che in serie C non è assolutamente obbligatoria. E Dominicis aveva firmato anche quel tipo di accordo. Era stato chiesto di reintegrare alcuni fuori rosa, entrando in discorsi tecnici ed in quel caso la Ternana aveva mostrato segni di apertura, dicendo che qualora le condizioni lo avessero reso possibile la società sarebbe eventualmente intervenutta sul mercato per rafforzare la squadra". E stando alle parole di Pesce qualcuno avrebbe posto l'accento su quell' "eventualmente". Cosa che avrebbe fatto saltare i nervi a Dominicis.

"LA LEGA SAPEVA"

Chiamato in causa indirettamente, ha preso la parola anche Simone Montemari, che ha curato con l'ex presidente Mangano la richiesta di iscrizione al campionato di serie C: "La Lega sapeva che la Ternana al momento dell'iscrizione non aveva raggiunto l'accordo per la convenzione. L'avvocato Grassani ha parlato e scritto circa la mancanza dell'accordo".

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