L'indecoroso episodio accaduto lunedì sera in un locale del centro cittadino, e cioè l'acceso battibecco tra due giocatori della Ternana e altrettanti tifosi, dopo l'altrettanto indecente sconfitta di Marcianise che non ha ancora compromesso la sorprendente (verrebbe da dire per la terza volta 'indegna') posizione in classifica della squadra rossoverde, ancora in zona playoff suo malgrado, è l'ultima ciliegina sulla torta di una stagione arrivata a questo punto a puzzare di acido (la stagione insieme con tutta la torta). Partita in modo brillante vincendo e convincendo, la Ternana si è via via smarrita, ha perso la testa, in campo e fuori, come dimostrano le quattro sberle di Marcianise e il ridicolo alterco tra i due giocatori in questione e tifosi che recriminavano per l'ennesima occasione sprecata di questo campionato. Sarà per l'abitudine a giocare nel pacchetto arretrato che i due "eroi" (nella circostanza gli impiegati di via Aleardi non c'entrano) hanno deciso di giustificare la sonora sconfitta ricordando ai tifosi che a una città come Terni e a una tifoseria come quella rossoverde "la serie C va larga". Dispiace non tanto vedere la piega tragicomica che ha preso il campionato con le 5-6 squadre di testa (tra cui la Ternana) che sembrano voler fare a gara a chi colleziona più occasioni sprecate. Non colpisce nemmeno più di tanto la puzza di marcio che inevitabilmente viene al naso davanti a partite come quelle con il Marcianise (qualcuno ricorda lo 0-3 dell'andata al Liberati?), in un campionato caratterizzato una domenica sì e l'altra pure da inchieste federali sul corretto svolgimento delle partite: Cosenza-Potenza del 7 marzo scorso è l'ultimo esempio, senza citare il caso della società lucana il cui presidente Postiglione è in galera per associazione a delinquere finalizzata a frode sportiva. Non dà tanto fastidio vedere i colori rossoverdi incrociare giocoforza squadre il cui coinvolgimento in combine e partite truccate è così evidente da lasciare di stucco solo il più fesso degli allocchi. Non è tanto questo. Non è nemmeno il dispiacere per vedere quello che poteva essere uno splendido rapporto tra squadra e curva irrimediabilmente compromesso dopo le ole, le sciarpe alzate al cielo, i cori e i festeggiamenti delle prime vittorie di campionato. Ovviamente non è nemmeno il terzo allenatore di stagione, la campagna "rafforzamento" di gennaio, il balletto di dirigenti che si sono avvicendati in questi ultimi anni di gestione societaria. Stavolta il fastidio nasce da qualcosa di più profondo che non va celato. E' il motivo che ha spinto la parte più calda della tifoseria a esternare, sempre e comunque in maniera civile, ma non per questo meno decisa, il proprio dissenso nei confronti della squadra. Non era successo nemmeno ai tempi dei "gufi" sui giornaletti o della messa fuori rosa di giocatori chiave. Nemmeno quando abbiamo perso Candreva a parametro zero o Frick per pochi spiccioli. Nemmeno quando il sit in di protesta è stato portato fuori dai cancelli del Liberati e nemmeno quando alcuni tifosi hanno dovuto subire l'onta della denuncia da parte della loro stessa società. Qui c'è qualcosa di più grosso che sarebbe sbagliato non far arrivare fino al ritiro "aureo" di Spoleto, aureo perchè è sempre meglio fare il calciatore, anche se contestato, che l'operaio o peggio ancora il cassaintegrato. Alla mancanza di risultati sul campo (che ci può stare) si aggiunge ignoranza, arroganza e stupidità. E' da ingoranti, arroganti e stupidi difendere le proprie mancanze con la pretesa di spiegare ai tifosi che "la serie C a Terni va larga". Prima che venisse questa società, il Liberati e suoi tifosi hanno visuto prosceni che questi giocatori (tutti, nessuno escluso) si possono solo lontanamente sognare. Dispiace vedere quella maglia, solo pochi anni fa vestita da giocatori che oggi militano nella massima serie (l'elenco è lunghissimo e ci hanno già pensato altri a farlo) indossata indegnamente da mediocri manovali del calcio che dovrebbero pensare a difendersi sul campo invece che con le parole. E' un augurio che rivolgiamo per il loro bene futuro, speriamo più lontano possibile da Terni. Ma per ora è questa la condanna peggiore che la città e la tifoseria devono scontare, senza meritarselo: sentirsi dire da chi dovrebbe fare un profondo esame di coscienza, di non valere più della serie C.

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